mercoledì, Maggio 1

DALLA PADELLA MELONI ALLA BRACE SCHLEIN

di Redazione

Ora che la guerra in Ucraina ha mostrato come la destra sovranista della Meloni sia perfettamente sovrapponibile alla sedicente sinistra, in tutte le scelte fondamentali, dall’economia, all’Europa, alla politica estera, è quindi giunto il momento per i massocapitalisti di spingere sul pedale dell’acceleratore delle differenze di immagine tra i candidati per evitare che i proletari si accorgano che votare per l’uno o per l’altro, come avviene negli Usa, non fa nessuna differenza.

E dunque candidati con immagini apparentemente opposte, ma concordi nell’invio di armi all’Ucraina, servono solo per imbrogliare chi va a votare. 

Fenomeno già visto nella piduista seconda Repubblica da Berlusconi in poi, passando da Prodi, D’Alema, Monti, Letta, Bersani, Renzi, Grillo, Conte, Draghi e Meloni che sistematicamente dicevano nelle campagne elettorali di fare gli interessi delle masse popolari e appena giunti al governo le pugnalavano alle spalle, portando avanti solo gli interessi degli angloamericani, dei tedeschi o dei francesi, trasformandoci sempre di più in una repubblica delle banane.

Ottenendo come risultato il massimo storico dell’astensione ai seggi e il rifiuto della politica.

Elly Schlein è veramente un’attivista che ha scalato il PD con le sue sole forze? Oppure è il prodotto dei salotti buoni e del potere della finanza internazionale?

Vediamo in un’ottica di classe le sue origini sociali. Gli avi paterni di Elly Schlein erano originari di Žovkva, una città vicino a Leopoli, allora parte dell’Impero austro-ungarico e oggi situata in Ucraina; al loro arrivo a Ellis Island il nonno aveva mutato il cognome ebraico originario, Schleyen, in quello attuale, e il suo nome da Herschel in Harry.

Il padre di Elly, Melvin Schlein, è un importante politologo e accademico statunitense; è stato vicedirettore della School of Advanced International studies della Johns Hopkins University. La Hopkins è un’università statunitense specializzata in politica internazionale, molto vicina ai centri di potere massonici più importanti e al vertice del mondo angloamericano, che tra i docenti annovera nomi come Zbigniew Brzezinski e Paul Wolfowitz. 

La Johns Hopkins University è una delle università più care al mondo: un anno di studi nel Maryland costa tra i 58.000 e i 73.000 dollari. Quella di Bologna è la sola sede europea, collocata nella città più “rossa” d’Italia con lo scopo di studiare e distruggere il Partito Comunista Italiano, trasformandolo in un soggetto liberale e innocuo per gli interessi Usa come è oggi il PD. Questa università dello spionaggio massocapitalista arriva immediatamente a Bologna dopo la grande avanzata elettorale del P.C.I. nel 1976.

Qui ha insegnato Romano Prodi, quello della seduta spiritica durante il rapimento Moro e della corsa alla svendita del patrimonio pubblico italiano. Dopo aver seguito nel 2008 come volontaria la campagna elettorale del guerrafondaio premio Nobel per la pace, Barack Obama., tornerà a Chicago anche nel 2012, a formare i nuovi volontari per la rielezione di Obama. 

In Italia Schlein debutta nel segno di Prodi: è infatti una delle protagoniste di Occupy PD, il movimento di protesta formatosi per la mancata elezione di Prodi alla presidenza della Repubblica. 

Insomma si fa conoscere nel PD per la sua battaglia a favore di un ex democristiano, amico di papà e grazie ai riflettori che la Repubblica dei De Benedetti-Elkann gli puntano addosso, descrivendola come la pasionaria contro la nomenklatura. 

Dopo la sua elezione del 2014 al Parlamento europeo compare nella lista di George Soros dei deputati considerati alleati affidabili: una lista che comprende i nomi degli inquisiti nell’Europa gate, Pier Antonio Panzeri e Andrea Cozzolino (gli altri erano: Barbara Spinelli, Brando Maria Benifei, Sergio Cofferati, Cecilia Kyenge, Alessia Mosca, Elena Gentile, Roberto Gualtieri, Isabella De Monte, Luigi Morgano, Gianni Pittella, Daniele Viotti).

Siamo all’ennesima creatura politica della piduistica seconda Repubblica che ha tra i suoi principali obiettivi ha quello di porre la magistratura sotto il controllo dei politici e tra i suoi massimi assertori di questo incostituzionale disegno massonico troviamo il nonno materno di Elena Ethel Schlein, Agostino Viviani, che come membro laico del Consiglio Superiore della Magistratura, in quota Forza Italia nel primo governo del massone Silvio Berlusconi (tessera P2 1816), affermava: “Nonostante la forza notevolissima della corporazione dei magistrati, io credo che si arriverà alla separazione; si arriverà magari attraverso un passaggio, ‘separazione delle funzioni’ ma tutti rimangono nell’Ordine giudiziario; o anche separazione più profonda; si arriverà a questo per una ragione semplicissima: perché gli abusi che stanno facendo alcuni Pubblici Ministeri che ormai si considerano intoccabili, sono tali, dunque, che non è possibile concepire che poi quel magistrato vada a fare il Giudice“- intervista a Radio radicale, giovedì 19 settembre 1996.

Possiamo affidarci ancora una volta a persone che provengono da tali contesti sociali e con simili principi giuridici, come abbiamo visto negli ultimi trent’anni? Costoro hanno favorito solo l’espansione della corruzione sia negli apparati dello Stato che tra i cittadini e permesso l’espandersi della grande criminalità mafiosa. 

I politici della seconda Repubblica sono in prevalenza agenti sul nostro territorio degli interessi atlantici e della NATO e la Schlein non è diversa da tutti gli altri perché il PD, come il Partito democratico USA, non rappresenta gli interessi del proletariato di questo paese ma quelli di una parte della borghesia, quella più potente, quella dei dieci uomini più ricchi al mondo, questo blocco sociale noi lo identifichiamo con la P1. Stessa cosa avviene sul fronte della destra nostrana, in sinergia con quella USA ed Europea, che chiamiamo P2 che per sopravvivere deve mettersi al servizio della P1, diventando così il loro cane da guardia, da usare alla bisogna, con la camicia nera, contro le masse popolari e le sue avanguardie politiche, in primis, i comunisti. 

Care/i compagne/i non è passando dalla padella alla brace che possiamo smettere di scottarci, ma solo costruendo la nostra autonomia ideologica, politica e organizzativa che ci permetta di riflettere e studiare su come uscire dalla gabbia dell’egemonia dei massocapitalisti. E questo può avvenire solo nel ricostruire, da parte nostra, quell’intellettuale collettivo che ci consenta di esercitare la nostra egemonia e di vincere, come avveniva una volta, quando si lottava non per le briciole salariali ma per il potere, come facevano i comunisti del P.C.I. e i loro segretari, da Gramsci a Togliatti, da Longo a Berlinguer. 

Perché di una cosa siamo certi se non ritorniamo, come proletari, a lottare per il Comunismo, saremo davanti a due sole prospettive la terza guerra mondiale o la catastrofe ambientale.

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