domenica, Maggio 5

IL MUSEO DELLA RESISTENZA SI FARA’ MA CON IL GLICINE, GRAZIE ALLA PROTESTA DEI CITTADINI

di Redazione

Si è conclusa positivamente una piccola, ma non per questo meno importante, storia di civiltà. Di cosa si tratta? In piazzale Baiamonti, a Milano, deve sorgere il nuovo Museo nazionale della Resistenza entro il 2026. Dopo la scelta del progetto dello studio internazionale Herzog & de Meuron, ci si accorge che i progettisti non hanno tenuto conto di alcuni “preesistenti” e cioè un monumentale glicine, un bagolaro e alcuni tigli nel giardino antistante dedicato a Lea Garofalo, testimone di giustizia uccisa dalla ‘ndrangheta nel 2009.

Un’associazione di cittadini, Giardini in transito, Anpi e altre associazioni (Libera Milano, circolo Arci Lato B, Associazione Vivisarpi, Circolo Combattenti e Reduci di Via Volta, Milano) hanno formato un agguerrito comitato di cittadini che chiedeva una piccola modifica al progetto per salvare gli alberi.

Il comitato ha lanciato una petizione online raccogliendo 52mila firme, ed è riuscito a raggiungere la convocazione di un tavolo tecnico su cui confrontarsi per fare convivere Museo della Resistenza e alberature.

Dopo diversi aut aut del sindaco Sala (“se spostare il glicine costerà moltissimo, non si farà il Museo della Resistenza) è finalmente arrivata una proposta del Comune di Milano di salvaguardare la pianta madre del glicine (potandola), assieme al bagolaro e a un tiglio mentre è in corso uno studio per rendere possibile la salvaguardia di almeno altri due tigli.

Una risposta che viene incontro alla aspettative che erano alla base della petizione. Il Comune si è inoltre impegnato a migliorare la qualità ambientale delle aree esterne del Museo e la connessione con il giardino comunitario Lea Garofalo.

Finalmente una buona notizia, una vittoria simbolica e ben augurale per un museo che deve rappresentare la Resistenza.

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