martedì, Dicembre 5

PER IL NAZISTA ISRAELIANO AMIHAI ELIYAHU “SGANCIARE UNA BOMBA ATOMICA SU GAZA E’ UN’OPZIONE”

di Redazione

A dire una tale bestialità è stato Amihai Eliyahu, responsabile degli Affari e del Patrimonio di Gerusalemme.

Non bisogna meravigliarsi che tra i leader della destra israeliana al potere ci siano queste posizioni. Questi uomini della destra politica e religiosa hanno sempre avuto una venerazione per due politici italiani: il terrorista Giuseppe Mazzini e Benito Mussolini. Costoro sono quelli che negli anni Trenta, come abbiamo dimostrato in articoli precedenti, con il terrorismo e il nazifascismo facevano accordi, e hanno continuato anche dopo l’Olocausto.

Il Ministero degli Esteri dell’Autorità nazionale palestinese ha rilasciato un commento in cui condanna l’affermazione di Eliyahu: “Le dichiarazioni del ministro fascista Eliyahu sono una dichiarazione onesta e un chiaro riconoscimento di ciò che lo Stato occupante (Israele, ndr) sta facendo contro il nostro popolo, in particolare a Gaza”, si legge nella nota.

Quella che viene erroneamente considerata “l’unica democrazia dell’area” vuole imitare gli USA, che viene considerata “la più grande democrazia del mondo” che ha sganciato le atomiche su Hiroshima e Nagasaki.

Questa tragedia che si sta consumando a Gaza vede tra i responsabili quegli intellettuali che pur sapendo cosa sia il sionismo, grazie alla poderosa documentazione storica, non stanno facendo la necessaria chiarezza su chi sono stati e chi siano realmente oggi i capi di tale realtà e quali interessi stiano difendendo in quell’area e quale ideologia li muova realmente. Ma soprattutto come Israele infiltra, con i suoi servizi segreti i media e la politica di tutto l’Occidente.

I cosiddetti intellettuali odierni, tranne poche voci isolate, o sono dei codardi o dei corrotti.

La comunità internazionale deve porsi il problema se non sia giunto il momento di togliere a Israele le bombe atomiche.

Togliere la “bomba” ad Israele non è un reato ma un atto di umanità e sicurezza internazionale.

Facciamo una profezia: quanto dura ancora Netanyahu? Visto che è arrivato il vertice della CIA in Israele e Barak Obama così si è espresso intervistato al podcast Pod save America: «Nessuno è innocente nella guerra in Medio Oriente», nemmeno gli Stati Uniti quindi. L’ex inquilino della Casa Bianca ha invitato tutti – lui per primo – a fare mea culpa sui tentativi falliti di arrivare a una soluzione di pacifica coesistenza tra Israele e Palestina.

«Siamo tutti complici. Anche io ho provato a risolvere la situazione e ne porto ancora le cicatrici», ha ammesso Obama. L’ex presidente si è poi scagliato contro «l’attivismo su TikTok», accusato di semplificare la questione e radicalizzare gli schieramenti in campo. «Non racconta la verità, racconta una verità», ha affermato Obama.

Per evitare gli errori del passato e poter sperare di trovare una soluzione di pace che funzioni davvero, l’ex presidente americano invita ad abbracciare la situazione nella sua complessità e riconoscere gli sbagli di tutti gli attori coinvolti: «Da una parte gli attacchi di Hamas sono orribili e ingiustificabili, dall’altra l’occupazione di Israele è stata opprimente – precisa Obama -. Da una parte muoiono civili a Gaza che non c’entrano nulla con Hamas, dall’altra c’è lo sterminio degli ebrei nel corso dei secoli. E si potebbe andare avanti per ore». Insomma, per risolvere la situazione, continua l’ex presidente Usa, «bisogna ammettere che nessuno ha le mani pulite. Tutti noi siamo complici, in una certa misura».

Dire che tutti sono complici non è giusto perché a sbagliare sono stati solo quelli che hanno appoggiato la nascita di Israele e permesso il terrorismo israeliano dal 1936 e il furto di beni e terre dei palestinesi nel 1948. Bastava far nascere lo Stato laico di Palestina, dove atei, ebrei, cristiani, musulmani e di altre religioni potevano convivere insieme.

Invece i massocapitalisti imperialisti che hanno vinto la seconda guerra mondiale, che credono solo nel denaro e nel massonico grande architetto dell’universo, hanno preferito far nascere uno Stato basato sulla Bibbia e lo definiscono democratico, nascondendo però che Israele non ha una Costituzione. Come se bastasse avere il voto per essere una democrazia. Se hai la Bibbia, i Vangeli o il Corano a fondamento delle tue leggi non sei una democrazia ma una teocrazia. Nella storia delle dottrine politiche, quella che riporta a Dio l’origine e il fondamento del potere politico. Una vera assurdità.

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