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Pisa 21 Ottobre, Basilica di San Piero a Grado ore 14 – Fermare l’escalation – Manifestazione nazionale e generale contro guerra, armi e fossile
Un appello alla mobilitazione generale contro guerra, armi e fossile
C’è una stretta connessione tra la militarizzazione dei territori in cui viviamo e le politiche di guerra che l’attuale governo conduce in continuità con quelli precedenti. Per questo la lotta contro la militarizzazione e la costruzione di nuove basi militari deve intrecciarsi con la lotta per fermare l’escalation globale verso la guerra. In tale prospettiva, “Fermare l’escalation” getta i suoi primi passi all’assemblea del 4 giugno a Pisa convocata dal Movimento No base – Né a Coltano né altrove insieme a molte altre realtà di lotta politica, sociale, ecologica, transfemminista, dell’associazionismo e del mondo antimilitarista e pacifista. In questa occasione ci siamo chiestə cosa poter fare insieme per fermare l’escalation bellica.
Breve storia del nostro movimento
Il Movimento no base – né a Coltano né altrove è nato dall’impeto di centinaia di persone che nell’aprile del 2022 decisero di contrapporsi al decreto ministeriale del governo Draghi, che tenendo all’oscuro la popolazione, prelevava 190 mln di euro dal fondo coesione sociale e sviluppo (pnrr) per la cementificazione armata di 73 ettari del parco regionale di San Rossore, Migliarino e Massaciuccoli, in località Coltano. Il movimento No Base, ha creato le condizioni per la partecipazione diffusa e trasversale affinchè quest’opera inutile, dannosa e pericolosa non abbia mai luce. Il coinvolgimento degli abitanti del luogo e il dialogo con il comitato territoriale con la costruzione del percorso “rinasce Coltano”, e l’apertura del movimento a realtà politiche sociali e pacifiste ha scatenato in mille forme una mobilitazione che il 2 giugno del 2022 ha portato diecimila persone a “difendere” Coltano ed a ripudiare la grande opera di guerra. Da subito è stato chiaro che la costruzione della base militare per i reparti speciali dei carabinieri Gis e Tuscania avesse una funzione di coronamento dell’hub bellico che fa della zona pisano-livornese un complesso articolato di infrastrutture e caserme decisivo e strategico nella proiezione militare del nostro paese nell’est Europa e nel nord Africa.
Camp Darby, porto di Livorno e industrie estrattive (raffinerie, gas); aeroporto militare della 46esima (l’aeroporto di Pisa); Cisam, caserme della Folgore sono solo alcuni significativi punti che costellano la nostra zona. Il massiccio invio di armi per il proseguimento del conflitto Ucraino-Russo rappresenta solo l’ultimo ed evidente atto di una economia di guerra che sostituisce qualsiasi elemento democratico nel nostro paese per l’impiego delle risorse pubbliche. Il movimento no base ha reso espliciti quali siano gli stretti legami tra guerra, estrattivismo, formazione e cultura della guerra, cambiamento climatico e furto delle risorse pubbliche a beneficio del complesso militare industriale. Di fronte alla voracità istituzionale di sfruttare terra e risorse per la guerra, la determinazione del NO alla base militare contiene il “per questo, per altro e per tutto” che negli stessi mesi ha inondato le piazze al grido “insorgiamo” promosso dal collettivo di fabbrica GKN.