mercoledì, Dicembre 6

di Redazione

Piazza San Giovanni piena, le strade attorno zeppe e tanta gente che non riesce neppure a entrare nel grande spazio romano, che tradizionalmente ospita gli appuntamenti che si prevede avranno una forte risposta.

E così è stato: la parola d’ordine della CGIL la Costituzione come strada maestra delle rivendicazioni è stata capita benissimo e il grande sforzo organizzativo della CGIl e delle 140 Associazioni – tale le quali Anpi, Arci, Libera – è stato premiato da 200/250mila presenze (o 50mila come dice la Questura? giudicate voi dalle foto).

I motivi per scendere in piazza sono centinaia: dall’attacco alla Costituzione che il governo vuole portare con l’introduzione del presidenzialismo, ai salari più bassi d’Europa e fermi da 30 anni, al raddoppio delle rate dei mutui a tasso variabile che ha messo in ginocchio le famiglie, al caro prezzi dai carburanti e dei generi alimentari, che nel corteo era rappresentato da carrelli della spesa. E su tutto, il peso dei costi della guerra per procura (altri 6 miliardi di euro per l’acquisto dei carrarmati Leopard) che l’Italia sta combattendo in Ucraina, al posto degli Usa e che vuol dire mancati finanziamenti alla sanità, alla scuola, e a tutto il comparto pubblico ben illustrato dai super eroi della funzione pubblica, medici, vigili del fuoco, insegnanti…

Ma anche i motivi per restare in piazza sono tanti e, dopo la buona risposta di sabato, occorre lavorare sullo sciopero generale che da tanti anni manca.

Interessante anche ciò che ha detto Landini sul sindacato: che deve cambiare. Noi lo diciamo da sempre, che il sindacato deve tornare a essere quello di classe e democratico dei Consigli di Fabbrica.

E’ chiaro che la CGIL non può sostituirsi a un partito di massa, serve un partito che sappia recepire e lottare nelle istituzioni per gli interessi di questa massa di proletari, perché quelli attuali sono stati tutti al governo e hanno tradito le aspettative dei lavoratori.

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