mercoledì, Settembre 27

LA CIA CI SPIA E NON VUOLE ANDARE VIA

epa05739901 The seal of the CIA is seen during a visit of US President Donald J. Trump the CIA headquarters, in Langley, Virginia, USA, 21 January 2017. EPA/Olivier Douliery / POOL

da https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid0z1f4HfDrGt7aEmjx94LVvorPdHGXT1SnnG32L6HSK6r2uH9erZfjS12vPtvRuUVEl&id=100063722665862&sfnsn=scwspwa

Dopo aver privatizzato la rete Telecom italiana nel 1997 il ministero dell’Economia ha deciso che è ora di rbuttarci su un altro po’ di soldi. Il Mef ha deciso che acquisterà una quota di minoranza di Tim (tra il 15 e il 20 per cento) nella nuova società che vedrà il fondo statunitense KKR in maggioranza.

KKR entro fine settembre farà un’offerta vincolante da 21 miliardi per rilevare la rete Tim. Dentro il perimetro c’è anche Sparkle, la società che gestisce i cavi sottomarini internazionali, del valore di 1 miliardo e che potrebbe essere scorporata e controllata al 100%.

Lo spacchettamento che i lavoratori temevano per la possibilità che si eliminino 40.000 posti di lavoro è quasi pronto.

Su questa cessione di un settore strategico per la privacy dei cittadini e per la sicurezza del paese, si esprime criticamente solo Maurizio Acerbo, il segretario del Partito della Rifondazione comunista, di cui riportiamo l’intervento su Facebook.

Tim, Acerbo (Prc-UP): altro che sovranisti, governo cede rete alla CIA

“Altro che sovranisti, il governo Meloni ha deciso di cedere un asset strategico del paese direttamente alla CIA.

Invece di esercitare la golden share e assumere il controllo pubblico si è fatta una scelta degna di una colonia, mentre Francia e Germania difendono i loro settori strategici a partire dalle telecomunicazioni.

Non appaia esagerata la mia affermazione: la statunitense KKR è una società di investimento leader a livello mondiale nota per il ruolo che vi svolge all’interno l’ex-generale delle guerre in Iraq e Afghanistan e ex-direttore della CIA David Petraeus.

Le nostre telecomunicazioni sono ora in mano direttamente di Washington. La sciagurata decisione del governo Meloni lascia presupporre una brutta fine anche per Open Fiber come annuncia baldanzosamente Gasparri.
Il governo non ha voluto ascoltare le sacrosante proposte di lavoratrici e lavoratori e delle organizzazioni sindacali.

La decisione di acquisire solo una partecipazione di minoranza alla costituenda società della rete TIM, lasciando al fondo americano KKR il controllo di maggioranza del pacchetto azionario non tiene conto degli interessi nazionali e della salvaguardia dell’occupazione.

Come ha dichiarato la Slc Cgil il governo ha scelto di andare verso la separazione tra infrastruttura e servizi con una scelta opposta ai grandi paesi europei che, pur alleati degli USA, non rinunciano alla propria sovranità.

E’ l’epilogo della sciagurata privatizzazione avviata dal centrosinistra a cui noi di Rifondazione Comunista ci opponemmo inascoltati.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista, coordinamento di Unione Popolare

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