mercoledì, Settembre 27

STOP ALLE TRIVELLAZIONI NELLA RISERVA DELLO YASUNI’ IN ECUADOR

di Paola Baiocchi

Domenica 20 agosto in Ecuador, assieme alle elezioni presidenziali, si è svolto anche un referendum per fermare l’estrazione di petrolio dal Parco nazionale Yasunì, nella foresta amazzonica. Il sì per bloccare le trivelle ha vinto totalizzando il 59% dei voti.

E’ un traguardo storico per le comunità indigene e per gli attivisti per l’ambiente che da anni lottano per proteggere la riserva naturale. Lo Yasunì è stato dichiarato dall’Unesco nel 1989 riserva della biosfera perché è una delle regioni con la maggiore biodiversità al mondo. Il Parco si estende per oltre 980mila ettari, ospita 100mila specie di insetti per ettaro, 94 specie di formiche su un solo albero, 10 specie di scimmie, 1.130 specie di alberi, più che in Canada e negli Stati Uniti messi insieme, 81 specie di pipistrelli, 540 specie di pesci in un tratto di appena cinque chilometri di un fiume. E poi 165 specie di mammiferi, 130 di anfibi, 72 di rettili, circa 630 specie di uccelli. In un solo ettaro del territorio Yasuní abitano più specie di alberi, arbusti e liane che in ogni altro luogo al mondo. Essere un luogo con un tasso così alto di biodiversità all’interno del processo di crisi climatica, che ne ha causato una perdita media del 68% dal 1970, ne accresce l’importanza.

In un Paese scosso poi dal recente assassinio del candidato alla presidenza Fernando Villavicencio del movimento politico Construye, il risultato del referendum rappresenta una boccata d’ossigeno per molti.

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