mercoledì, Settembre 27

CRIMINALI NAZISTI AL SERVIZIO DI ISRAELE

di Redazione

Uno storico israeliano di 41 anni, Danny Orbach, già membro dell’intelligence israeliana, si occupa dei nazisti di alto livello, professionisti dello sterminio e delle operazioni speciali, sfuggiti alla cattura dopo la guerra, nel libro Fugitives: A History of Nazi Mercenaries during the Cold War, uscito l’anno scorso per Pegasus Books.

La spina dorsale del libro di Orbach è costituito dai file desecretati che il Mossad in un paio di anni gli ha recapitato a casa. Tedeschi fuggitivi descritti ora come avidi avventurieri, ora come truffatori professionisti che: «istigavano le parti coinvolte nella Guerra Fredda — americani, tedeschi, russi, arabi, persino israeliani — con l’obiettivo di arricchirsi il più possibile».

Nel libro ci sono i nazisti intenzionati a proseguire la guerra contro gli ebrei, ma sotto altre bandiere: tra loro spicca la figura di Alois Brunner, che negli anni ‘50 si installò a Damasco ed entrò nei servizi segreti siriani. «Come aiutante principale di Eichmann — racconta Orbach — fu responsabile di molteplici crimini genocidiari. Risolveva i problemi che sorgevano durante le deportazioni ed era responsabile di un apparato che sistematicamente dava la caccia alle persone, li saccheggiava e li trasportava verso i campi». Era talmente fanatico da voler convincere i siriani a tentare un blitz per liberare Eichmann prima del processo di Gerusalemme. Gli israeliani provarono per decenni ad ammazzarlo con i pacchi bomba: il primo fu spedito, nel 1961, dall’agente Yitzhak Shamir, il futuro primo ministro, e l’esplosione lasciò Brunner cieco all’occhio destro e semi-paralizzato al braccio sinistro. Diciannove anni dopo, nel 1980, un’altra busta esplosiva lo ustionò gravemente e gli fece perdere diverse dita. Il Mossad non riuscì ad assassinarlo, ma Brunner cadde in disgrazia e fece una brutta fine, in una cella siriana, dove morì nel 2001.

Ma c’è un uomo in particolare che è stato allo stesso tempo obiettivo del servizio segreto israeliano e spia del Mossad. Si tratta di Otto Skorzeny, entrato nella vicenda italiana come una maledizione: è lui l’ufficiale delle Waffen-SS che è riuscito a liberare Mussolini dalla prigionia sul Gran Sasso, nel settembre 1943, ottenendo come effetto il perdurare della guerra e la Repubblica di Salò. D’altronde, era l’agente scelto di Hitler per le missioni più spericolate: un anno dopo, nel settembre del ‘44, rapì il figlio del reggente ungherese, l’ammiraglio Miklós Horthy, che stava per concludere una pace separata con i sovietici e per salvarlo accettò di cedere il potere alle Croci Frecciate. Per anni Skorzeny fu definito «l’uomo più pericoloso d’Europa» dai servizi americani e inglesi, data la sua capacità di sopravvivere a tutto, compresi i processi postbellici — in cui fu perseguito solo per l’uso di uniformi nemiche — e la caccia degli israeliani.

Orbach nei documenti desecratati ha ricevuto la conferma ufficiale dell’intelligence israeliana, del reclutamento di Skorzeny nelle file del Mossad. Dopo la guerra Skorzeny fu per anni trafficante d’armi e mercenario. Aiutò sia i siriani, reclutando consiglieri militari, sia gli egiziani, facendo affari con consulenti tedeschi del programma missilistico del Cairo.

A farlo cadere nella rete, nel 1962, fu Rafi Meidan, ex comandante dell’Amal, l’unità di caccia ai nazisti del servizio segreto israeliano. A Madrid, dove l’ex ufficiale viennese si era stabilito, Meidan divenne amante di sua moglie Ilse: fu lei a presentarlo al marito, col quale, svela il rapporto del Mossad, aveva una «relazione aperta». Skorzeny fu poi «assunto» da Avraham Ahituv, futuro direttore dello Shin Bet. L’ex SS chiese ai servizi segreti di essere cancellato dalla lista di ricercati del cacciatore di nazisti Simon Wiesenthal. Skorzeny non è mai stato preso ed è morto di cancro nella capitale spagnola nel 1975.

Tra le azioni compiute per Israele fece qualcosa di clamoroso. Nel settembre 1962, Heinz Krug, uno scienziato tedesco che lavorava a Monaco di Baviera, e che era stato vent’anni prima tra gli inventori dei missili che avevano quasi messo in ginocchio l’Inghilterra, lo chiama convinto che quella “leggenda” del nazismo avrebbe protetto dal Mossad lui e altri scienziati tedeschi nella sua stessa situazione. In quel periodo era pagato dagli egiziani per costruire missili, e per questo era finito in cima alla lista del Mossad. Krug lo sapeva e si sentiva in pericolo.

Skorzeny lo incontrò: salì sulla Mercedes bianca di Krug e gli disse di andare nella foresta per parlare in modo riservato. Rassicurò Krug che la macchina che li seguiva aveva a bordo tre sue guardie del corpo, arrivati nella foresta, Otto Skorzeny uccise Heinz Krug. I tre agenti israeliani che lo accompagnavano sciolsero il suo corpo nell’acido.

Il “nemico” di Israele, eliminato dal “nemico” di Israele. Una situazione difficile da immaginare per chi non è nella testa di una spia.

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