
di Paola Baiocchi *
“Si chiamerà il Chiesino il nuovo intervento sostenibile che si svilupperà nell’area lungo la via Tosco Romagnola, dopo lo Scolmatore, per circa un chilometro, in località Madonna dei Malloggi, e che trasformerà una zona abbandonata e inutilizzata in un maxi centro commerciale con dieci fabbricati pronti ad accogliere piccoli e grandi negozi, supermercati, marchi di grande distribuzione ma anche uffici, boutique, parrucchieri, un bar tutto a vetri, mercatini e attività legate alla vendita dei prodotti tipici del territorio”.
Così comincia l’articolo del 28 luglio scorso sulle pagine di Pontedera de il Tirreno e bisogna stropicciarsi gli occhi perché non si crede che veramente abbiano avuto il coraggio di scriverlo senza vergognarsi. Siamo alla neolingua orwelliana, perché il progetto prevede la cementificazione di un’area di 18 ettari di terreno di cui 10.300 di parcheggi, 56.000 metri quadri di aree verdi, e il resto di strutture commerciali. Si vede bene dal rendering che non si tratta di un parco dove andare con i bimbi nel passeggino, ma di un’area cementificata con qualche albero attorno al parcheggio.
Un gigantesco outlet alle porte di Pontedera, servito però in salsa green, perché circondato da – secondo l’articolo – “…giardini, con siepi e cipressi, spazi per bambini e anziani. Un grande cuore green con anfiteatro per spettacoli teatrali, percorsi per gli amanti degli skateboard, 19 postazioni per chi pratica sport, una pista ciclabile attorno al complesso urbanistico, colonnine elettriche e soste per il bikesharing“.
Una cementificazione assolutamente imperdibile, un Bengodi che prevede anche il recupero del Chiesino, dei ruderi di case coloniali e degli annessi agricoli e la tabaccaia che si trovano in fondo al viale. E poi navette verso il centro di Pontedera, strutture per la squadra di calcio locale e le scuole realizzate con lo scomputo degli oneri di urbanizzazione. Volete qualcosa di più? Ci sarà anche un impianto fotovoltaico, privato, che fornirà energia elettrica scontata… ma solo a chi ci crede.
Metterà 30 milioni di euro il gruppo San Nicola di Montespertoli, appartenente alla famiglia Nesti, proprietaria degli hotel di Viareggio Principe di Piemonte ed Excelsior e dell’ex Ospedale militare San Gallo di Firenze, che presto diventerà una struttura ricettiva di lusso.
Insomma come fare a dire di no?
Si può dire di no, perché è un progetto su cui i cittadini devono dire la loro, perché la nuova urbanizzazione stravolgerà radicalmente Pontedera, spostandone l’asse verso l’esterno e aggiungendo un’area commerciale di lusso che desertificherà il centro cittadino, dove già tanti negozi sono sfitti, chiusi dopo i colpi assestati dalla pandemia e dalla concorrenza della grande distribuzione. I vecchi commercianti di Pontedera, un tempo la spina dorsale del commercio cittadino sono quasi tutti spariti lasciando il posto a catene commerciali, più o meno grandi, con nessun legame con il territorio. Tralasciando le condizioni di lavoro e i contratti cui sono sottoposti gli addetti.
Il calcolo che questi grandi outlet non producono nuovi posti di lavoro, ma anzi provocano la perdita di occupazione è già ampiamente documentato in tante situazioni simili, e lo ha anche supportato con uno studio il Comune di Vecchiano quando ha detto no all’arrivo dell’Ikea sul suo territorio, dimostrando che avrebbe rappresentato un aumento di spese per l’Amministrazione comunale e non una fonte di benefici. Il Centro commerciale del Cineplex, sta a dimostrarlo.
Quindi riutilizzo dell’esistente abbandonato e riqualificazione vera della città che sta perdendo vitalità, inventiva e spazi sociali, basta con l’estrazione di profitto dal consumo di territorio.
*Coordinamento No Valdera Avvelenata