
di Redazione
La “Giorgina fascistina” a Washington a prendere ordini dal guerrafondaio Joe Biden. Cosa deve fare la “Giorgina fascistina” in Italia? Far saltare l’accordo del 2019 con la Cina sulla “Belt and Road Initiative”, più conosciuta come Nuova Via della Seta. Le direttive del padrone USA non si discutono, comprese quelle che ci impongono e ci danneggiano di alzare la spesa militare al 2% del PIL. Il tutto alla faccia degli interessi degli italiani… Ricordiamo che i rapporti con la Cina pacifica e comunista hanno attualmente un valore economico di 20 miliardi di dollari, che vuol dire posti di lavoro, ricerca avanzata, in settori strategici.
La Cina esporta verso l’Italia merci per un valore, dati 2022, che vanno dai 34 ai 50 miliardi di dollari. Cifre ottenute senza coercizioni militari che non permettono comunque a nessuno di mettere in discussione, soprattutto a chi come gli USA ha mire imperialiste da difendere.
Se il governo Meloni farà mosse anticinesi per Pechino vorrà dire spostare i suoi interessi verso la Turchia, perché il commercio non si ferma… trova sempre alternative.
Dopo il Covid e la guerra in Ucraina mosse del genere sono suicide e dimostrano che l’Europa come entità politica non esiste e che le sue politiche nei vari paesi dell’Unione servono solo ad aumentare la forza economica degli USA e per comprimere le poche libertà “democratiche” rimaste.
Il servilismo italiano lo si vede anche nelle politiche che si stanno facendo nei confronti del continente africano che per gli USA quelle “nostre” iniziative economiche nei confronti della Tunisia devono servire solo ad arginare la Cina in quella parte del mondo. Quindi soldi non per combattere i flussi migratori ma per creare le condizioni politiche che vadano solo in quella direzione.
Tutto quello che sta accadendo per la Cina è vissuto giustamente come un ingiustificato affronto e dobbiamo prepararci a contromosse molto pesanti che incideranno su ognuno di noi. Perché la Cina comunista con la sua economia ha permesso ai nostri bassi salari di poterci vestire, di poter avere telefonini di buona qualità e oggi di avere automobili elettriche a prezzi la metà di quelli dei capitalisti e tutti quei prodotti che servono ai bisogni anche più minuti della nostra popolazione a prezzi ragionevoli.
Una nazione quella cinese che è considerata la fabbrica del mondo e che ha tolto 800 milioni di loro concittadini, dati ONU, dalla povertà in poche decine di anni. Cosa mai riuscita in 300 anni ai “democratici” Stati Uniti e a nessun paese occidentale.
L’Europa si sta suicidando come l’Ucraina, grazie i vari Zelensky o Meloni nazionali.
La dittatura massocapitalista avanza e le politiche socialdemocratiche non sono sufficienti ad arginare la deriva. Si avverte il bisogno di formazioni comuniste che sappiano unificare tutta la frammentata protesta europea in un unico disegno politico statuale che metta in discussione l’alleanza con gli USA/NATO e crei le condizioni per l’unificazione europea su basi proletarie socialiste-comuniste.
Per questo noi crediamo che serva la creazione in ogni Stato europeo di un Partito Comunista ben riconoscibile, nei programmi e nei simboli, come parte di un progetto che veda la nascita del Partito Comunista d’Europa capace di mettere al centro gli interessi proletari, la questione ambientale – che è inseparabile dalla lotta al capitalismo – la liberazione della donna dai vincoli e dall’egemonia massocapitalista, la socializzazione dei mezzi di produzione, la lotta contro il lavoro salariato, come affermava Karl Marx in Salario prezzo e profitto, la circolazione monetaria e il consumismo, per l’introduzione dell’ora di lavoro prestata alla società come parametro universale per avere beni e servizi e impedire in modo definitivo le crisi di sovrapproduzione.
Lotte da realizzarsi nel quadro della costruzione di una Costituzione europea di cui la nostra può essere un valido modello base, basata sulla pace, l’antifascismo e sugli interessi della maggioranza della popolazione, fatta di lavoratrici e i lavoratori di ogni settore della società.