mercoledì, Settembre 27

IMPUGNATA DALLA PROCURA LA SCANDALOSA ASSOLUZIONE PER MOLESTIE TROPPO BREVI

Accusato di violenza sessuale da una ragazza dell’Istituto Cine-Tv Roberto Rossellini di Roma per essere stata palpeggiata mentre saliva le scale in compagnia di un’amica, un bidello era stato assolto perché “5-10 secondi di palpeggiamento sono un tempo non apprezzabile per ravvisare una molestia”.

Nei giorni scorsi questa sentenza di assoluzione aveva indignato chiunque avesse un po’ di buon senso e in molti sul web avevano manifestato il proprio dissenso con dei video molti efficaci nel dimostrare che 10 secondi di molestie sono un tempo eterno https://www.youtube.com/watch?v=pn5aqMvygUo.

Adesso c’è l’impugnazione della Procura: “Un’azione che dura tra i 5 e i 10 secondi, come il palleggiamento ai glutei descritto dalla vittima, non può essere considerata istantanea”.

Nell’impugnazione i pm scrivono che la sentenza “si presta a censura essendo incorsa in errore nella valutazione delle prove acquisite, nella ricostruzione del fatto contestato e nella valutazione circa la sussistenza dell’elemento soggettivo”. Per i magistrati della Procura “sul punto relativo alla sussistenza dell’elemento soggettivo che il Tribunale, ad avviso dell’appellante, incorre in errore, ritenendo che ‘la repentinità dell’azione, senza alcuna insistenza nel toccamento, da considerarsi quasi uno sfioramento'”.

Per la Procura “nell’intento di argomentare ‘insussistenza del dolo richiesto dalla norma incriminatrice il Tribunale travisa la ricostruzione del fatto stesso, che invero poco prima aveva effettuato sposando in toto la narrazione della parte lesa e dell’amica che aveva assistito alla condotta. Il Tribunale – è detto nell’impugnazione – asserisce infatti che si sarebbe trattato di un toccamento fugace, quasi uno sfioramento, avvenuto peraltro in presenza di altre persone. La parte lesa invece parla di un’azione che dura tra i cinque ed i dieci secondi, che non appaiono un tempo cosi istantaneo tanto che l’amica, senz’altro sbagliando nella percezione ma sicuramente fuorviata dal fatto che non si è trattato di un gesto di durata trascurabile, lo colloca invero nell’arco temporale di trenta secondi”.

Il Pm aveva chiesto una condanna da 3 anni e 4 mesi di reclusione e adesso torna alla carica: troppo leggera l’interpretazione del contatto, ridotto a uno “sfioramento” da parte del tribunale. ora la parola passa alla Corte d’appello.

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