mercoledì, Settembre 27

MONTE DEI PASCHI DI SIENA – IL CASO DAVID ROSSI, VOLATO DAL QUARTO PIANO DI PALAZZO SALIMBENI

di Redazione

Care compagne e cari compagni vi proponiamo la lettura di questo documentato articolo de La Voce delle Voci, sul caso David Rossi, il responsabile stampa e relazioni esterne del Monte dei Paschi di Siena, suicidato dieci anni fa con un volo dal terzo o dal quarto piano di Palazzo Salimbeni.

Una morte con tantissime stranezze, dove una delle principali è quella relativa all’orologio della vittima. L’orologio di David Rossi è stato gettato dalla finestra dell’ufficio venti minuti che il corpo del manager aveva toccato terra. Questo aveva dimostrato la perizia svolta sull’orologio nel 2018, certificando come il lato della cassa che ha attutito il colpo al suolo è l’opposto di quello che avrebbe impattato se fosse stato al polso dell’uomo.

Che dire poi della perizia fatta dal colonnello dei Ris, Davide Zavattaro, nominato dalla Procura come perito che ha certificato che David Rossi prima di morire abbia avuto una colluttazione con qualcuno.

Nel 2015 il magistrato Andrea Boni, quando prese servizio alla procura di Siena, decise di riaprire il fascicolo e tentò un approfondimento del caso, concentrandosi ovviamente anche sull’orologio.

Andrea Boni, dopo aver visto le immagini del corpo di Rossi senza vita nel vicolo, subito dopo essere precipitato, e dopo averle confrontate con quelle dei rilievi compiuti dalla scientifica, si è subito accorto che qualcosa non andava: nelle prime immagini la cassa e il cinturino non comparivano accanto al cadavere mentre nella seconda serie di foto sì.

Addirittura il cinturino dell’orologio Sector risultava attaccato alla caviglia di David Rossi, mentre la cassa era poco distante dalla testa.

Così il pm ha sentito tutti i membri della squadra di soccorso intervenuta quella sera e tutti hanno negato categoricamente che cinturino e orologio fossero vicino al corpo.

Andrea Boni non ha potuto proseguire l’indagine perché ha ricevuto l’incarico di Procuratore capo a Urbino e ha ceduto il fascicolo ad altri colleghi senesi che l’hanno svolta in modo superficiale”. La loro indagine si è conclusa con l’ennesima archiviazione. Da allora la battaglia per la verità da parte della famiglia non si è mai fermata. Ma certe sentenze, come quest’ultima, quando si tratta degli affari sporchi delle banche provano sempre a nascondere la verità.

David Rossi/ Il Gip ligure proscioglie i Pm senesi. E il giallo continua 10 anni dopo il “suicidio”

di Andrea Cinquegrani http://www.lavocedellevoci.it/2023/06/24/david-rossi-il-gip-ligure-proscioglie-i-pm-senesi-e-il-giallo-continua-a-10-anni-dal-suicidio/

24 giugno 2023

Punto e a capo.

Continua la tragica ‘sceneggiata’ giudiziaria sulla pelle e ormai soprattutto sulla memoria di David Rossi, il responsabile stampa e relazioni esterne del ‘Monte dei Paschi di Siena’, volato giù dal quarto piano di Palazzo Salimbeni ormai dieci anni fa suonati, il 6 marzo 2013.

Palleggiamenti tra due procure

Eccoci all’ultimo atto nel palleggiamento di responsabilità fra le toghe senesi e quelle genovesi.

Il gip ligure Nicoletta Guerrero ha infatti appena depositato l’ordinanza secondo cui vanno prosciolti da ogni accusa, ed in particolare quella di ‘falso ideologico’, i tre pm senesi che hanno svolto le prime indagini sul caso, ossia Nicola Marini, Aldo Natalini e Antonino Nastasi. Il gip è apodittico: “il fatto non sussiste”. Quindi i tre pm sono innocenti come gigli candidi, hanno fatto fino in fondo il loro dovere e, soprattutto, non erano tenuti a redigere un apposito verbale dopo il primo, fondamentale sopralluogo sulla scena del crimine, ossia l’ufficio di David Rossi. Perché a questo doveva provvedere solo e unicamente la polizia giudiziaria.

Ricostruiamo i fatti su questo fronte. I pm genovesi che hanno indagato sui comportamenti dei colleghi senesi non hanno cavato un ragno dal buco, ed infatti hanno chiesto l’archiviazione. Solo su un fatto si sono detti perplessi, proprio quello relativo al verbale di perquisizione. E contro l’archiviazione si sono comunque subito espressi i legali della famiglia Rossi e in particolare della moglie, Antonella Tognazzi, che il 14 aprile scorso hanno presentato un’opposizione alla richiesta di archiviazione.

E ora si vedono la porta sbattuta in faccia dalla super assoluzione del gip incassata dai tre pm, che quindi hanno fatto in pieno il loro dovere.

In un mare di anomalie

Ma stiamo parlando, comunque, di un dettaglio, all’interno di un caso che presenta una valanga di anomalie, di episodi mai chiariti, di buchi che più neri non si può.

Restando alla perquisizione (redazione del verbale a parte) non sono anomali i comportamenti di alcuni inquirenti, che mettono a soqquadro la scena del crimine, ed uno di loro addirittura usa il telefono dell’ufficio per contattare addirittura l’attuale ministro Daniela Santanchè, in questi giorni salita alla ribalta delle cronache per i suoi business in salsa turistica e con ogni probabilità destinata alle amare dimissioni?

Per quale motivo, allora, quella misteriosa telefonata? Mai saputo. Né risulta che qualcuno abbia cerca di appurarlo.

Il ministro Daniela Santanché

E restano sempre in piedi i tantissimi interrogativi che nessuna inchiesta ha finora sciolto.

Una mano è venuta dai lavori della Commissione parlamentare d’inchiesta sul caso, che ha sottolineato tutte le carenze nelle indagini dei magistrati senesi (ora ‘immacolati’, ma sempre per quanto concerne solo il famigerato verbale di perquisizione) che ne hanno davvero combinate di tutti i colori e fin dalle prime battute.

Su quei fatti la magistratura ha deciso di alzare bandiera bianca?

E stesso copione per le tante, troppe anomalie indicate per filo e per segno nelle perizia fatta svolgere dalla famiglia Tognazzi?

Un copione che ricorda molto da vicino quello del giallo Pantani, il nostro campione di ciclismo prima truffato con le analisi taroccate alla tappa di Madonna di Campiglio del Giro d’Italia ’99, poi ‘eliminato’ (fatto fuori) con un’overdose di coca nel residence ‘Le Rose’ a Rimini 5 anni più tardi, il 14 febbraio 2004, proprio perché aveva deciso di ‘parlare’, di ‘alzare il sipario’ su tutte le connection (anche malavitose, perché quel Giro fu comprato dalla camorra) che ruotano nel mondo ormai marcio del ciclismo, dove la fa da padrone il doping: come del resto nell’atletica, vedi il giallo Schwazer.

La scena del crimine

Torniamo a quella scena del crimine per quanto concerne l’ufficio di David Rossi al quarto piano di Palazzo Salimbeni, sede storica del Monte dei Paschi di Siena, la più antica banca italiana.

Partiamo dal corpo di David. Che presenta evidenti segni di ecchimosi, di lesioni, segno di una colluttazione prima e di un trascinamento poi (proprio come è successo per Marco Pantani).

Eccoci quindi ad un breve scritto lasciato sulla scrivania. Secondo i periti, sono chiari i segni di una coazione: David è stato costretto a scrivere quelle parole.

Ancora. Il giorno seguente David doveva andare in procura per una fondamentale verbalizzazione, soprattutto sull’imminente crac finanziario dell’istituto, che da tempo ormai si trovava in bruttissime acque, dopo aver svolto ‘acrobatiche’ e più che disinvolte operazioni finanziarie. L’aveva comunicato per mail ad alcuni vertici dell’Istituto, tra cui l’amministratore delegato (dal 2012 al 2016) dell’epoca Fabrizio Viola.

Niente di sospetto?

Il ‘volo’ del corpo di David dal quarto piano – secondo i risultati della perizia – è incompatibile con l’ipotesi del suicidio, mentre è compatibilissima con quella di una ‘spinta’.

Incredibile buco nero della telecamera di sorveglianza sul volo. Mentre altre immagini – uscite dopo anni – mostrano una misteriosa figura che si avvicina al corpo di David morto (o agonizzante) sul selciato, lo osserva un attimo e fugge via.

Ovvio – lo desumerebbe anche un bimbo delle elementari – che non si sia trattato di suicidio. Non solo per queste palesi ‘anomalie’ ma per quel ‘groviglio armonioso’ che da tempo aleggiava sull’Istituto, dove le presenze massoniche erano (e sono) presenti e ingombranti più che mai.

E rammentiamo che Stefano Bisi, il numero uno del ‘Grande Oriente d’Italia’, senese, giornalista, era un grande ‘amico’ di David. La sua elezione a ‘Gran Maestro’ avviene proprio a pochi giorni dalla prima, quasi istantanea, richiesta di archiviazione dei pm senesi, arci-convinti della ‘pista suicidio’, fregandosene altamente di tutta quella montagna di anomalie.

Sul giallo, ben lontano da una soluzione giudiziaria come si vede, hanno scritto un ottimo libro d’inchiesta l’ex parlamentare 5 stelle Ennio Lannutti e il giornalista d’inchiesta Franco Fracassi, titolato “Morte dei Paschi di Siena”. E nel 2010 lo storico presidente e animatore di ‘Adusfeb ‘(l’associazione a tutela dei risparmiatori), Lannutti, in collaborazione con Andrea Cinquegrani e Rita Pennarola aveva firmato ‘Banksters’, dedicato ai tanti piccoli Al Capone di Wall street e di Piazza Affari: ed un capitolo tra i più significativi era dedicato proprio ai misteri finanziario di casa MPS. Profetico.

P.S. Per saperne molto di più sul caso Rossi, potete andare come al solito alla casella CERCA in alto a destra della nostra home page, e digitare il nome DAVID ROSSI, oppure la sigla MONTE DEI PASCHI DI SIENA e troverete tanti articoli e inchieste della Voce di questi ultimi dieci anni, ossia da quando David è stato ‘suicidato’.

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