
di Redazione
Rovezzano è un rione di Firenze, a sud-est del territorio comunale. Appartiene amministrativamente al quartiere 2 Campo di Marte e confina con il quartiere di Coverciano, famoso per essere sede del centro dove si allena la Nazionale di calcio italiana.
Su questa zona decentrata, ma non periferica, del capoluogo toscano insistono molte testimonianze storiche: come Villa Favard, della fine del 1800, con affaccio sul Lungarno Vespucci, attualmente sede della scuola di Fashion Business e Design Polimoda. E il Mulino di Nave di cui si hanno notizie a partire dall’800 dopo Cristo, o le porte foderaie da dove sono passati i tronchi d’abete (i foderi) necessari per costruire la cattedrale e il campanile, provenienti dal Casentino e da Vallombrosa fino a quando, con l’apertura di strade carrozzabili e ferrovie, la fluitazione sull’Arno cessò definitivamente.
Tra poco in questo quartiere si abbatterà come un disco volante il quartier generale permanente della Multinational Division South (Mnd-S) della NATO presso la caserma Predieri di Rovezzano. Una notizia che solleva le preoccupazioni della comunità locale, che non è stata minimamente consultata prima che questa decisione venisse presa anche se i lavori di adattamento sono andati avanti per anni, e preoccupa anche la rete degli attivisti per la pace che vedono in questa nuova militarizzazione del territorio una continuità con la base per i corpi speciali prevista a Coltano (PI), una riconfigurazione del territorio ad alto impatto militare atlantista
La Multinational Division Southeast è un Comando multinazionale di Divisione a guida romena, ad alta prontezza operativa della NATO, il cui Quartier Generale è a Bucarest, Romania, che avrà autorità sulle forze terrestri assegnate dall’Alleanza nell’area di responsabilità. Il Permanent Head Quartier sorgerà all’interno della caserma Predieri, in un’area attualmente occupata da due edifici degli anni ’40, per una superficie complessiva di circa 10.000 metri quadrati. Anche qui come per Coltano, le autorità militari assicurano che durante la progettazione “è stata posta particolare attenzione alla sostenibilità ecologica della nuova costruzione, con basso impatto ambientale”.
Insomma ci militarizzano il territorio, rendendo l’Italia sempre più un obiettivo sensibile negli scenari di guerra che la NATO continua a fomentare, ma possiamo star tranquilli che moriremo molto ecologici.