
di Redazione
Il caporedattore di WikiLeaks, Julian Assange, è incarcerato dall’11 aprile 2019 nella prigione Belmarsh nel Regno Unito, prima per violazione dei termini della libertà su cauzione conseguente a controverse accuse di stupro della Svezia (poco dopo archiviate) e poi in relazione a una sopraggiunta richiesta di estradizione degli Stati Uniti per cospirazione e spionaggio.
Nel gennaio 2021 l’estradizione è stata prima negata dalla giustizia inglese, per motivi di natura medica. La sentenza è stata poi ribaltata dall’Alta corte di Londra il 10 dicembre 2021. Il 21 aprile 2022 la Westminster Magistrates’ Court di Londra ha emesso l’ordine formale di estradizione verso gli USA di Julian Assange.
L’estradizione negli Stati Uniti comporterebbe il carcere a vita per il giornalista, nonostante un movimento mondiale chieda la sua liberazione per l’importanza delle pubblicazioni di WikiLeaks sui crimini statunitensi nei conflitti dell’Iraq e dell’Afghanistan, e nonostante il relatore Onu sulla tortura nel novembre 2019 abbia dichiarato che Assange deve essere rilasciato e la sua estradizione deve essere negata, dichiarazione successivamente fatta propria anche dal Consiglio d’Europa.
Anche la diplomazia vaticana è coinvolta nella mediazione per la libertà di Assange: venerdì scorso Papa Francesco ha incontrato Stella Moris, moglie e avvocata di Assange, accompagnata dai figli Gabriel e Max. L’incontro ha riacceso qualche speranza per la sorte del giornalista australiano che, comunque, passerà anche il suo 52mo compleanno in carcere.
Come redazione facciamo tanti auguri ad Julian, uomo libero e onesto amante della verità.