
di Redazione
La Repubblica Popolare di Cina che – a seguito della decennale guerra (2014-2023) in Ucraina iniziata con l’aggressione alle popolazioni russofone del Donbass – ha preso una serie d’inizitive per porre, con forza, sotto la legalità internazionale ogni sua iniziativa per la pace, che deve rientrare in una visione globale e non unilaterale, come fanno USA/NATO.
La Cina ha iniziato questo percorso di chiarificazione con i 12 punti del piano di pace per tentare di risolvere la guerra in corso in Europa. Per la Repubblica Popolare di Cina la sicurezza internazionale quindi non deve essere di natura eclusiva e particolaristica, com avviene oggi e da troppo tempo.
La sicurezza dev’essere globale, comune a tutti gli Stati e cooperativa in quanto: “L’umanità è una comunità di sicurezza indivisibile. La sicurezza di un paese non dovrebbe andare a scapito di quella degli altri”.
In questo quadro la nuova Legge sulle relazioni estere della Repubblica Popolare di Cina* si muove, in continuazione con lo spirito della sua politica estera, che configura una nuova architettura della sicurezza globale, basata sulla multipolarità e sul rispetto della legalità internazionale.
La Cina comunista ribadisce con questa legge che: “La Repubblica popolare cinese aderisce al concetto di sicurezza globale comune, cooperativo e sostenibile, rafforza la cooperazione internazionale in materia di sicurezza e migliora i meccanismi di partecipazione alla governance della sicurezza globale”. Per queste ragioni vanno evitate politiche estere che fanno ricorso ad azioni sanzionatorie unilaterali.
Questa legge è anche un avvertimento agli USA/NATO su come si dovranno muove in merito alla crisi possibile nello stretto di Taiwan.
Infatti con molta abilità e ben sapendo che i vertici del potere nel mondo sono in mano ai massocapitalisti, nell’articolo più importante della legge, il 33 – numero del gran maestro della massoneria – hanno ben chiarito che la Cina ha: “il diritto di adottare contromisure e misure restrittive corrispondenti contro atti che violano il diritto internazionale e le norme fondamentali delle relazioni internazionali e mettono in pericolo la sovranità, la sicurezza e gli interessi di sviluppo della Repubblica popolare cinese”.
Da questo momento in poi non si gioca più con le carte truccate dei massocapitalisti, sono state prese dai comunisti cinesi le debite e legali contromisure contro il sistema unilaterale USA/NATO, che costituisce una vera e inacettabile aggressione, sia economica che politica, alla maggioranza del mondo.