domenica, Maggio 28

PERCHE’ IL SEMINARIO “I VERTICI DELLA MASSONERIA, LA NUOVA DITTATURA MONDIALE”

di Redazione

Carissime compagne e compagni questo incontro seminariale promosso dalle Sezioni comuniste Gramsci-Berlinguer per la ricostruzione del P.C.I. ha lo scopo di portare a conoscenza dei compagni che abbiamo incontrato, tramite il lavoro politico e culturale in questi anni, in grado di comprendere il lavoro e le riflessioni su un argomento purtroppo tralasciato nel lavoro politico delle varie formazioni che affermano di essere comuniste o di essere addirittura dei “partiti comunisti”: cioè come si concretizza a livello mondiale la marxiana dittatura della borghesia, soprattutto nelle punte più avanzate del sistema capitalistico, di cui noi come paese facciamo parte.

Questa premessa è importante perché da più di trent’anni, da quando il proletariato di questo paese non ha più il suo Partito Comunista ed ha quindi perso quella egemonia e quella capacità di rispondere con precisione teorica e puntualità politica, ai tentativi dei capitalisti di mutare a loro favore i rapporti di forza, che abbiamo assistito ad una frammentazione sociale e politica che è la causa dell’arretramento costante e apparentemente irreversibile della nostra classe di riferimento.

Siamo passati dalle lotte degli anni Sessanta/Settanta che furono  un momento in cui forti erano le richieste di mutamenti e la voglia-necessità di impegnarsi per l’affermazione di valori e principi socialisti/comunisti e in cui si sono ottenute riforme come l’attuazione delle Regioni e dell’istituto del referendum, l’introduzione della legge sul divorzio, la legge sulla casa, lo Statuto dei lavoratori e la legge che legalizzava l’obiezione di coscienza al servizio militare; vi furono le riforme della Rai, del diritto di famiglia, del sistema carcerario e la legge per  l’istituzione dei consultori famigliari; la riforma sanitaria, la legge 180 la cosiddetta Basaglia e  la legge sull’interruzione volontaria della gravidanza, la legge del 1966 sull’inquinamento atmosferico, la legge del 1974 sulle sostanze pericolose, la legge“Merli” del 1976 sull’inquinamento idrico. Venne riconosciuto il diritto di voto ai diciottenni, e via dicendo.

La società tutta stava avanzando verso una condizione migliore. Ma poi tutto questo si ferma. Il punto di caduta è il 16 marzo del 1978 con il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro, il politico di apertura ai comunisti, degli equilibri più avanzati, della politica estera non proprio allineata alla NATO. Con quella morte i massocapitalisti creano nell’immaginario collettivo l’idea che i comunisti sono dei criminali. Si vuole paralizzare la loro egemonia e invertire il corso del processo politico che andava verso sinistra e spostarlo verso destra. 

Funzionali a questo progetto sono state le innumerevoli stragi che hanno costituito un vero golpe nel nostro paese, fatto a tappe, iniziato con la strage di Portella delle Ginestre, passando da quella di Piazza Fontana, Stazione di Gioia Tauro, Peteano, Questura di Milano, Piazza della Loggia a Brescia, il treno Italicus. E poi l’uccisione di Peppino Impastato, la strage della Stazione di Bologna, il Rapido 904, sino alle stragi di Capaci e via D’Amelio dove sono morti Falcone e Borsellino e gli uomini delle loro scorte. Strategia stragista proseguita con la strage di via Palestro a Milano e ai Georgofili a Firenze. Senza dimenticare gli omicidi selettivi di uomini al servizio dello Stato come Ciaccio Montalto.

Stragi per terrorizzare ed eliminare tutti coloro che all’interno dello Stato o nei partiti, hanno compreso il disegno e gli organismi che operavano realmente in ogni settore della società per giungere alla modifica o alla sterilizzazione della nostra Costituzione, per conseguire l’obiettivo strategico del Piano di rinascita, cioè la sparizione del più grande Partito Comunista dell’Occidente. Il più coerente difensore delle libertà sociali e dei valori costituzionali fino a quando è stato diretto da comunisti.

La strategia della tensione e gli omicidi selettivi non sono stati un fenomeno solo italiano, ma hanno investito la quasi totalità dei paesi europei e non, ovunque fosse in corso una presa di coscienza dei limiti del sistema capitalista e si stessero operando delle scelte che mettevano in discussione gli equilibri imperialisti instaurati dopo la seconda guerra mondiale.

Dag Hammarskjöld, Enrico Mattei, Olof Palme, Indira Ghandi, Thomas Sankara, Alfred Herrhausen, Benazir Bhutto, Patrice Lumumba, Che Guevara, Salvador Allende, lo stesso John F. Kennedy, insomma un elenco interminabile di persone fatte fuori per spostare il pendolo della storia verso scenari più compatibili al potere.

Queste politiche sanguinarie messe in atto dai massocapitalisti hanno ingenerato la sensazione che non siamo più in grado di gestire i fatti della politica e della nostra vita, come accadeva molti decenni fa e che tutto ci sfugga dalla mani come se qualcuno o qualcosa ci sottraesse, nonostante le nostre variegate resistenze, la nostra storia come classe sociale, la nostra idea di democrazia, la nostra Costituzione, i nostri partiti, la nostra salute, i nostri affetti, la nostra vita sino a rendercela – come avviene oggi – insignificante. 

Portando tra le masse proletarie quella nichilistica frustrazione che vede ora questo paese rifiutare la politica e lo strumento necessario per esercitare la propria egemonia in tutti i settori della società: il Partito Comunista, lo strumento per giungere al potere ma non il fine ultimo delle nostre lotte, che è la società Comunista, dove i lavoratori smettono di essere dei moderni “schiavi” salariati ma diventano proprietari dei mezzi di produzione, innescando quindi quel processo egualitario derivante dal superamento dello schema valoriale frutto della divisione capitalistica del lavoro e della monetizzazione salariale.

Sottoposti a questo attacco globale portato dalla massoborghesia contro la nostra classe sociale e rimasti senza l’intellettuale collettivo abbiamo perso la capacità di andare in profondità nella critica al sistema in cui viviamo, non abbiamo compreso la portata ideologica, culturale, politica e militare della massoneria, nonostante ciò che ha fatto e continua a fare la loggia massonica P2. 

Non abbiamo compreso per quale ragione è stato introdotto l’articolo 18 nella nostra Costituzione, voluto fortemente dal segretario del P.C.I. Palmiro Togliatti, che vieta le associazioni segrete. La posizione di Togliatti nella Costituente era frutto dell’esperienza maturata tra i comunisti durante la Rivoluzione del 1917, nella guerra civile spagnola, nell’ascesa del fascismo in Italia e in Germania. Quell’articolo 18 obbliga ogni cittadino della nostra Repubblica a combattere contro ogni soggetto che fa del segreto e non della trasparenza la sua regola. Chi più della massoneria opera segretamente? 

Dobbiamo riprendere la lotta contro i settari, come fecero Marx ed Engels nella Prima Internazionale contro i massoni Bakunin e Mazzini chiedendone l’espulsione per le loro pratiche terroristiche. E poi Lenin e i bolscevichi che al IV Congresso della Terza Internazionale imposero quanto segue: “E’ assolutamente necessario che gli organi direttivi del partito rompano tutti i ponti che portano alla borghesia e quindi effettuino una netta rottura con la massoneria. L’abisso, che separa il proletariato dalla borghesia, deve venir portato a conoscenza del Partito comunista. Una parte degli elementi guida del partito (il riferimento è alla situazione francese) ha voluto provare a gettare oltre questo abisso dei ponti mascherati ed a servirsi delle logge massoniche. La massoneria è la più disonesta ed infame truffa per il proletariato da parte di una borghesia indirizzata verso posizioni radicali. Noi ci vediamo costretti a combatterla fino ai limiti estremi”.

La stessa posizione fu presa da Antonio Gramsci nell’unico intervento che fece in Parlamento il 16 maggio 1925 dove definì la massoneria: “il vero e più efficiente partito della borghesia capitalistica in Italia”.

Questo seminario ha lo scopo di fornire una più precisa dimensione di come si articola nella nostra società la dittatura della borghesia e con quali strumenti essa esercita la sua mortifera egemonia basata sulla guerra e sullo sfruttamento dei capitalisti sui proletari. Quindi se vogliamo ricostruire su basi più solide il Partito Comunista non possiamo prescindere dalle ricerche fatte in questi anni da Carlo Palermo. 

Il suo lavoro è fondamentale per capire che non siamo in una democrazia sostanziale bensì in quella trappola chiamata democrazia formale, diffusa in ogni dove dalla setta borghese e dai suoi derivati palesi, come il Bilderberg, la Trilaterale, l’Aspen, i Rotary, i Lions a cui si sono aggiunti più recentemente strutture come il Club di Roma e Scientology, consapevoli che questa battaglia la possiamo fare solo se ricostruiamo quella consapevolezza che ci porti fuori dal tunnel dell’ignoranza superstiziosa in cui ci hanno cacciato, in ultima istanza grazie all’uso politico della pandemia.

La strada per una vera democrazia sociale – il Comunismo – ha ancora molti ostacoli e fraintendimenti da superare ma siamo armati dall’ottimismo della volontà.

Buon lavoro compagni… siamo solo all’inizio dell’opera.

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