
Nelle foto: in alto i membri del G7; in basso a sinistra Nakasaki a destra Mariupol due vittime delle politiche massocapitaliste basate sulla sovrapproduzione di merci che il mercato non riesce ad assorbire, la sua distruzione tramite la guerra e la ricostruzionee come momento di ripresa economica del sistema. LA MORTE è alla base dell’esistenza di questo meccanismo economico e sociale
di Redazione
Cos’è il G7 di oggi? La rappresentazione del potere in epoca moderna di coloro, gli Usa, che senza alcun bisogno di carattere militare, i giapponesi avevano già perso la guerra, hanno sperimentato la bomba atomica sui civili giapponesi, considerati razzisticamente poco più che delle “scimmie dal muso giallo”, nel contempo facevano capire ai loro nemici principali, i comunisti, i loro veri avversari in tutto il mondo e in particolare a quelli russi, diventati Stato, che erano pronti a sganciare sulle loro teste simili ordigni.
La presenza degli eredi di tali criminali a Hiroshima e Nagasaki non è per costoro, che non hanno mai accennato nei loro interventi, a scuse per l’azione criminale dei loro governi, un atto legato ad una politica di pace, basta vedere come stanno armando l’Ucraina, ma un atto teso a ribadire che sono pronti a sganciare sulla testa di ogni popolo, che tentasse di sottrarsi alla loro politica di dominio, quelle bombe che sono state sperimentate per la prima volta sulle due città giapponesi. Costoro sono gli eredi de facto della visione del mondo manifestatasi, attraverso un raffinato lavoro massonico di guerra psicologica, in Germania negli anni Trenta/Quaranta.
A noi comunisti che facemmo la prima Rivoluzione proletaria, che liberammo l’Europa dal nazifascismo, tocca il compito di ristabilire la verità dei fatti storici e gli scopi politici ed etici della nostra battaglia che ha sempre messo al centro, sino dal lontano 1917, la Pace, il Lavoro, la terra ai contadini, non dimenticando mai la Giustizia sociale. Mentre i nostri detrattori, i massocapitalisti e i loro servi, hanno come unico valore il profitto, che si ottine tramite un sistema criminale basato sulla corruzione e la mafia, che permette loro lo sfruttamento degli esseri umani e della natura.
E’ quindi un dovere etico e morale lottare contro questi ipocriti “signori della guerra” che come gli effetti delle loro armi e delle loro politiche ammorbano il pianeta e in progressione geometrica con la loro stupida avidità stanno distruggendo il pianeta.
Vediamo ora se le nostre precedenti affermazioni politiche sui membri del G7 e sull’uso criminale delle atomiche da parte degli statunitensi sono fondate.
Cosa affermavano il presidente Usa, Henry Truman, il primo ministro britannico,Winston Churchill, il banchiere e petroliere Nelson Rockefeller e soci sui comunisti e sulle vere ragioni dell’uso delle atomiche su Hiroshima e Nagasaki.
Dal documentato saggio dello scrittore e storico Michael Zezima, SALVATE IL SOLDATO POTERE – I falsi miti della seconda guerra mondiale. il Saggiatore 2004:
…La figlia di Truman, Margaret, disse che, dopo la morte di Roosevelt (aprile 1945), “nelle prime settimane, la preoccupazione principale di mio padre era la politica da adottare con la Russia”…
Winston Churchill, da parte sua, dopo aver proclamato che gli Alleati “adesso avevano in mano qualcosa che avrebbe riequilibrato il conto coi russi”…
…il Giappone aveva cercato di trattare la resa alcuni mesi prima di essere colpito con l’atomica. Un cabblogramma del 5 maggio 1945, intercettato e decifrato dai servizi statunitensi “dissipava ogni dubbio circa il desiderio giapponese di chiedere la pace”…
…Nel suo diario, Truman stesso annota significativamente che Stalin “entrerà nella guerra nipponica il 15 agosto. Quando ciò avverrà, fine dei musi gialli”… Un segretissimo studio americano concludeva che la resa giapponese era dovuta più alla dichiarazione di guerra sovietica che alle bombe atomiche…
…Già nel maggio 1945 un diplomatico venezuelano osservava che il vicesegretario di Stato Nelson Rockefeller “esprimeva la preoccupazione del governo americano per la politica dei sovietici”. James F. Byrnes, il segretario di Stato, sembrava concordare, dato che trasformò la preoccupazione in vera ansia, spiegando come “il nostro possesso della bomba renderà la Russia più malleabile a est… La dimostrazione dei suoi terribili effetti potrebbe impressionare i russi circa la forza d’urto statunitense”…
Il generale Leslie Groves, responsabile militare del Manhattan Project, era meno criptico: “Da quando ho assunto l’incarico, tranne i primi 15 giorni, non ho mai coltivato illusioni. Il nostro nemico era l’Unione Sovietica e il progetto andava portato avanti su tale base”.
Effetivamente l’impatto sui rivali degli Stati Uniti fu forte. “L’effetto psicologico su Stalin è stato duplice” afferma Charles L. Mee jr. “Gli americani non solo disponevano della macchina dell’apocalisse, ma l’avevano anche usata, e soprattutto in un contesto, come sapeva bene Stalin, in cui non era militarmente necessaria. Fu senza dubbio questo fatto raggelante a produrre la maggiore impressione sui sovietici”.