domenica, Maggio 28

LA MASSONERIA SI SIEDE DOVE VUOLE?

di Redazione

Crediamo che non sia solo un “difetto di comunicazione” quanto descritto nell’articolo de il Fatto Quotidiano dove si riporta quanto successo il 18 aprile nella Arcibasilica di San Giovanni in Laterano a Roma quando sull’altare maggiore, dove si trova la cattedra papale che può essere occupata solo dal successore di Pietro, si è seduto, invece, un massone, vescovo anglicano di nome Jonathan Baker.

I massocapitalisti mandano forse un messaggio al gesuita Bergoglio? Che sul trono del mondo non c’è posto per due imperatori?

Care compagne e compagni vedremo presto se è stato un semplice “difetto di comunicazione” come dicono in Vaticano, oppure se si è trattato di una sottile minaccia. Perché noi comunisti lo sappiamo per esperienza, la massoneria non fa mai nulla per caso…

Chiesa. Un vescovo anglicano e tradizionalista, massone e divorziato seduto sul trono del papa

ILCHIERICOVAGANTE di Fabrizio d’Esposito

24 APRILE 2023

L’Arcibasilica di San Giovanni in Laterano è mater et caput (madre e capo) di tutte le chiese della Capitale e del mondo e oggi è la sede del pontefice in quanto vescovo di Roma. Ed è per questo che sull’altare maggiore c’è la cattedra papale (nella foto) che può essere occupata solo dal successore di Pietro.

Un trono sul quale il 18 aprile si è seduto, ignaro di tutto ciò, un vescovo anglicano di nome Jonathan Baker, poi ricevuto il giorno dopo dallo stesso Francesco. Baker presiedeva un rito anglo-cattolico, tipico di quella parte di credenti anglicani che riconoscono il primato dell’arcivescovo di Canterbury (non del papa) ma celebrano messa secondo il messale romano e sono infine “tradizionalisti” nella loro Chiesa, ché contrari all’ordinazione sacerdotale delle donne e alle unioni omosessuali. Così monsignor Guerino Di Tora, vicario del capitolo di San Giovanni in Laterano, è stato costretto a vergare una nota per dire che l’accaduto era frutto di un “difetto di comunicazione”. Anche perché, non solo Baker si è assiso sul trono di Pietro ma è un vescovo la cui ordinazione episcopale è ritenuta irregolare dalle norme canoniche della Chiesa. Un po’ troppo pure per la politica di “ospitalità eucaristica” introdotta dal Concilio Vaticano II.

E magari fosse finita qui. Scavando nel passato di Baker, il network clericale anti-bergogliano ha scoperto che è addirittura un vescovo massone e divorziato. In pratica, l’incarnazione di Satana, che ha profanato la cattedra del papa. L’attuale titolare della diocesi londinese di Fulham è stato infatti iniziato alla massoneria quando era uno studente universitario di Oxford. Entrò nell’Apollo University Lodge e divenne un venerabile maestro. Successivamente fu vice gran cappellano della Gran Loggia Unità d’Inghilterra. Cioè la Ugle, una sorta di Vaticano della massoneria mondiale e guidata da decenni dal duca di Kent, cugino di primo grado della defunta regina Elisabetta (a sua volta il sovrano britannico è il capo della Chiesa anglicana, nata dallo scisma di Enrico VIII nel 1534).

Per tornare a Baker. Prima della sua consacrazione a vescovo, fu obbligato dalle polemiche a lasciare la massoneria: “Desidero che nulla possa distrarmi dall’inaugurazione del ministero”. Qualche anno prima, però, aveva detto all’arcivescovo di Canterbury di voler continuare a essere “un membro attivo della loggia” perché “non mi causa alcun problema”. Indi, il secondo matrimonio nel 2014, tenendo presente che il clero anglicano non prevede l’ordinazione di un vescovo divorziato e risposato. Invece. In una lettera ai suoi sacerdoti Baker comunicò di aver ottenuto dal vescovo di Londra e dall’arcivescovo di Canterbury l’annullamento del suo primo matrimonio e quindi il permesso per sposarsi un’altra volta. Ovviamente ci fu chi rinfacciò al presule anglicano la sua incoerenza di tradizionalista che divorzia e si risposa.

Ricapitolando: un vescovo anglicano di destra, massone e sposato due volte che per “un difetto di comunicazione” si è seduto sulla cattedra del papa, nell’Arcibasilica di San Giovanni in Laterano. Non c’è nulla da aggiungere. Che scherzi che combina la realtà.

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