di Redazione
Il 22 aprile a Mosca nella Piazza Rossa, sotto un cielo nuvoloso, una folla enorme, ordinata e composta con tante bandiere rosse, ricordava la figura di Lenin, il comunista che fece finire la prima guerra mondiale sottraendo la Russia al conflitto, con le tre parole rivoluzionarie: Pace, Lavoro e Terra ai contadini. Obbligando così i massocapitalisti in guerra tra loro per ridisegnare gli equilibri geopolitici del mondo a firmare gli accordi di Versailles, per paura dell’espansione in tutta Europa della rivoluzione comunista.
Fondatore del partito bolscevico, come Marx ed Engels e successivamente farà Gramsci, Lenin aveva capito di quale struttura si era dotata la borghesia, per poter esercitare la sua dittatura: “È assolutamente necessario che gli organi direttivi del partito rompano tutti i ponti che portano alla borghesia e quindi effettuino una netta rottura con la massoneria. L’abisso, che separa il proletariato dalla borghesia, deve venir portato a conoscenza del Partito comunista. Una parte degli elementi guida del partito (il riferimento è alla situazione francese, ndr) ha voluto provare a gettare oltre questo abisso dei ponti mascherati ed a servirsi delle logge massoniche. La massoneria è la più disonesta ed infame truffa per il proletariato da parte di una borghesia indirizzata verso posizioni radicali. Noi ci vediamo costretti a combatterla fino ai limiti estremi ”. (1)
Il calore dell’omaggio a Lenin nell’anniversario della sua nascita, è l’ennesima prova del bisogno tra i proletari del mondo di un forte e strutturato partito comunista che ne difenda gli interessi.
(1) https://unita2.org/2022/08/19/la-massoneria-il-vero-e-unico-partito-chiesa-della-borghesia/