di Andrea Montella

Gli economisti della Goldman Sachs prevedono che con lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale (IA) il 18% dell lavoro umano, 300 milioni di persone a livello mondiale, potrà essere sostituito da macchine ‘intelligenti’
E’ stato reso pubblico il rapporto The Potentially Large Effects of Artificial Intelligence on Economic Growth, dove gli economisti di Goldman Sachs, la banca del massone Mario Draghi, hanno calcolato che il 18 per cento del lavoro mondiale potrà essere fatto da macchine ‘intelligenti’. Secondo questa ricerca il numero totale dei lavoratori a rischio occupazione sarà, stando ai loro calcoli, di 300 milioni di impieghi a tempo pieno, con una ricaduta molto forte sui settori tecnico-impiegatizi.
Questo disastro occupazionale previsto dagli analisti della banca toccherà maggiormente i paesi industrializzati, vista l’alta concentrazione di lavoratori dei settori tecnologicamente avanzati, come gli Stati Uniti, dove si ipotizzano che nel solo comparto sanitario, il paese guida del massocapitalismo, avrà un calo occupazionale tra il 26 e 28 per cento.
La scienza dovrebbe essere al servizio di tutti gli esseri umani e quindi anche l’Intelligenza Artificiale dovrebbe servire a liberare l’essere umano dalle fatiche e dalle sofferenze che la vita stessa procura. Dovrebbe essere usata per migliorare il nostro impatto con il resto della natura e non dovrebbe avere nessuna finalità lucrativa ma dovrebbe servire ad armonizzare nell’ambiente la nostra presenza che invece, grazie all’ideologia del profitto, distrugge la vita su questo pianeta.
Tutto questo può accadere perché lasciamo la nostra vita, dalla nascita alla morte, nelle mani di 10 massocapitalisti seduti nella Federal Reserve, uomini spietati con mentalità criminale, che producono tutto ciò che a loro serve per aumentare il profitto e diventare sempre più ricchi. Pensate costoro producono dalle armi ai ciucci per neonati, alle bare per quando lasceremo questa privatizzata valle di lacrime.
Contro i progetti dei massocapitalisti, i comunisti sono chiamati a ristabilire la sovranità del lavoro, cioè a riprendere in mano una politica ‘alta’, che non sottostia ai diktat del capitalismo sovranazionale o all’imperialismo in ogni forma esso si esprima. E’ fondamentale ricostruire le basi – ideali, teoriche, ideologiche, culturali – per riappropriarci del concetto di sovranità dei lavoratori e ricostruire una coscienza di classe tra coloro che vivono del proprio lavoro: così che questi possano entrare politicamente nella storia come classe sociale capace di elevarsi da quella ‘morale da schiavi’, a cui oggi è costretta, a una ‘morale di produttori’ che permetta loro di diventare protagonisti del progresso e proprietari dei mezzi di produzione. Con queste premesse vanno affrontati i temi del lavoro.