
di Redazione
I proletari francesi in lotta cosa chiedono? Di vivere in modo dignitoso, di lavorare in modo umano e civile e non da schiavi. Avere la possibilità di metter su famiglia, di avere una casa degna di questo nome e di andare in pensione ad un’età che non sia alle soglie della morte.
Il proletariato, la classe sociale, che produce la ricchezza di tutte le nazioni, compresa quella francese, che sta lottando per impedire che si sposti l’età pensionabile da 62 anni a 64. Non vogliono e a ragione fare la stessa fine dei lavoratori italiani, che a causa di un sindacalismo confederale compromesso con l’ideologia e la pratica massocapitalista, ha accettato i disvalori dell’impresa privata, permettendo ai governi di “sinistra” e di destra di portare i requisiti per andare in pensione a 65 anni per gli uomini e 60 per le donne ma con 41 anni di contributi, mentre la pensione di vecchiaia cui hanno diritto tutti i lavoratori assicurati con la previdenza obbligatoria a 67 anni – ma che aumenterà progressivamente se aumenta la speranza di vita – potranno andarci se hanno un’anzianità contributiva di almeno 20 anni.
Quindi la lotta dei proletari francesi contro il presidente Macron e il governo sta mettendo in evidenza la vera funzione del presidenzialismo che è quella di favorire leggi a vantaggio dei massocapitalisti e che la “democrazia maggioritaria” in Francia, come nel resto dell’Occidente, è una presa per i fondelli nei confronti delle masse popolari.
Ancora una volta dai proletari francesi abbiamo da imparare… che l’unica alternativa è il socialismo-comunismo.