domenica, Ottobre 1

DOPO LA FINOCCHIONA IL CULATELLO? OVVERO L’IDIOZIA DELL’ALGORITMO

di Redazione

Facebook ha bannato, cioè ha escluso, la pubblicità della “finocchiona”, il salame toscano aromatizzato con semi di finocchio e aglio, perché secondo il suo algoritmo il termine è offensivo.

Il social di Mark Zuckerberg ha bloccato così la diffusione di immagini e descrizioni della finocchiona postate da un’agenzia di comunicazione, che si è vista recapitare un messaggio lapidario: “La tua inserzione sembra insultare o prendere di mira gruppi specifici di categorie protette, pertanto non rispetta i nostri standard della community”, e quindi l’invito a “rimuovere i contenuti offensivi”.

Naturalmente non si può pretendere che un algoritmo nato in qualche centro di ricerca, forse a Menlo Park nella Silicon Valley californiana dove le banche falliscono oppure in India, sia a conoscenza di cosa si mangia in Italia da qualche secolo.

Per questo ora temiamo che il prossimo a essere bannato sarà il culatello, il pregiato salume della provincia di Parma citato con certezza per la prima volta in un documento del 1734, apprezzato anche da Giuseppe Verdi. Informiamo allora l’algoritmo che il culatello viene massaggiato a mano per favorire l’assorbimento del sale e successivamente insaccato, sempre manualmente, con una tipica legatura a ragnatela. L’ultima fase è una stagionatura lenta e naturale, di almeno 10 mesi.

Ma cosa ne può sapere un’intelligenza artificiale, che non ha appetito e non mangia?

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