di Paola Baiocchi

Pochi giorni fa la Commissione e il Consiglio europeo hanno imposto ai propri circa 32.000 dipendenti, il divieto di utilizzo di TikTok, la social app di proprietà della cinese ByteDance, adducendo possibili rischi alla sicurezza.
Con un messaggio arrivato nelle caselle di posta elettronica, giovedì 23 febbraio, i dipendenti dell’esecutivo Ue sono stati avvertiti che: “Per proteggere i dati della Commissione e migliorare la sicurezza informatica il Corporate Management Board della Commissione ha deciso di sospendere l’applicazione TikTok sui dispositivi aziendali e personali iscritti ai servizi di telefonia mobile della Commissione”. Nella mail ai dipendenti si invita a disinstallarla il più presto possibile e comunque entro il 15 di marzo. Poi nel pomeriggio il Consiglio europeo ha fatto sapere di aver adottato un provvedimento analogo.
La guerra contro TikTok era stata lanciata da Trump che aveva firmato un ordine esecutivo nel 2020 contro ByteDance – poi bloccato da un giudice federale e dall’intervento di Joe Biden – imponendole di vendere le attività entro 90 giorni. L’ultra conservatore repubblicano senatore federale della Florida, Marco Rubio, sta promuovendo una legislazione bipartisan per proibire l’utilizzo della app cinese negli Usa, accusando la società cinese di spiare i cittadini statunitensi.
Sappiamo tutti che l’utilizzo dei social e dei servizi internet, mette a disposizione dei proprietari dei media un’enormità di dati personali che vengono utilizzati contro di noi in moltissimi modi. Figuriamoci poi quando c’è una concentrazione proprietaria di social come Facebook, WhatsApp e Instagram tutte sotto controllo di Meta, la grande società per azioni nata da Mark Zuckerberg.
Su questa concentrazione planetaria di informazioni nelle mani di una sola società statunitense non si sentono volare critiche, che invece sarebbero dovute. TikTok invece è il nemico che ti ascolta.
A segnare che la stupida guerra fredda contro la Cina è in pieno e tumultuoso corso, sono anche le paroline fatte cadere come per caso in un articolo del Corriere della Sera che parla di tutt’altro: “Magri senza dieta: ‘la puntura’ che fa impazzire celebrità e non“. L’argomento è un farmaco sviluppato da un decennio per la cura del diabete di tipo 2 e utilizzato per dimagrire; a un certo punto si legge che “in Italia la normativa sulla pubblicità di farmaci vieta anche a un articolo come questo, ad esempio, di citarne il nome; su TikTok si trova”.
Insomma come insegna il bellissimo “LTI. La lingua del Terzo Reich, taccuini di un filologo” di Vicotor Klemperer, che ha documentato in presa diretta come attraverso la lingua il nazismo sia arrivato a trasformare il sentire dei cittadini tedeschi: “Le parole possono essere come minime dosi di arsenico: ingerite senza saperlo sembrano non avere alcun effetto, ma dopo qualche tempo ecco rivelarsi l’effetto tossico”. Impariamo a difenderci.