giovedì, Aprile 25

25 FEBBRAIO IN PIAZZA CONTRO IL CAPITALISMO PER LA PACE E L’AMBIENTE

di Redazione

Tra il 24 e il 25 febbraio più di cento piazze italiane e trenta europee vedranno mobilitazioni contro la guerra in Ucraina, di cui finalmente si comincia a dire che è iniziata 9 anni fa con l’attacco ucraino al Donbass filorusso. Da Genova a Palermo, da Napoli a Brindisi, passando per Messina, Cagliari, Livorno, Pisa la critica alla guerra verrà declinata in tutte le sue implicazioni di attacco alle fasce più deboli della popolazione

ABBASSATE LE ARMI E ALZATE I SALARI è lo slogan della manifestazione nazionale organizzata da CALP Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali con il sindacato USB, che partirà alle 14,30 di domani da Ponte Etiopia – Lungomare Canepa. https://www.facebook.com/CalpGe/?locale=it_IT

A Pontedera il Coordinamento Valdera Avvelenata ha indetto un presidio con volantinaggio a partire dalla 15,30 in corso Matteotti 37, davanti al municipio di Pontedera, primo passo di avvicinamento alla manifestazione il cui slogan sarà AVVELENATI DAL PROFITTO prevista per il 4 marzo alla stessa ora nello stesso luogo. Si manifesterà non solo contro la riapertura della discarica Grillaia di Chianni, dove verranno stoccati 270.000 metri cubi di cemento e amianto, ma anche contro la gestione delle altre discariche, le politiche energetiche della Regione Toscana tutt’altro che verdi nonostante le belle parole, la cementificazione, la costruzione della base militare a Colcano, multiutility, keu, privatizzazioni e contro questa politica che sacrifica pace, ambiente, salute dei cittadini, interessi pubblici, per favorire solo il profitto di pochi in nome del capitalismo.

A Pisa il presidio contro la guerra è fissato per sabato 25 febbraio dalle ore 17.30 in Piazza XX Settembre. Sono numerose le realtà aderenti, da Rifondazione Comunista a Non Una di Meno, da Legambiente alla Casa della Donna a Liberaoltre. Assieme al contrasto alla violenza, calano nel concreto della popolazione i riflessi negativi delle scelte politiche dei governi, il cui invio di armi all’Ucraina, come era prevedibile, non ha avvicinato la pace. Si assiste a un progressivo deterioramento della situazione economica, sociale ed ambientale, con l’inflazione che cresce, i salari che si abbassano sempre di più e i sistemi sanitario ed educativo che soffrono un progressivo sotto finanziamento. Enti e associazioni chiedono il cessate il fuoco e l’avvio delle trattative di pace, lo stop all’invio di armi, il disarmo nucleare, il ritiro delle missioni italiane all’estero e l’abbandono di politiche di militarizzazione, con riferimento alla costruzione di una nuova base militare a Coltano (o altrove) e alla riconversione civile della base di Camp Darby.

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