di Andrea Montella

Mentre i massocapitalisti con i loro governi e media rincoglioniscono le persone con Sanremo, la diffusione delle droghe, l’uso strumentale dello sport, gli UFO cinesi, i falsi storici come le foibe e gli americani liberatori del campo di sterminio di Auschwitz, i figli e i nipoti di coloro che hanno scatenato la prima e seconda guerra mondiale stanno facendo una montagna di soldi con il lavoro schiavistico, la guerra in Ucraina, la crisi, l’inflazione, le droghe, l’evasione fiscale e la speculazione monetaria.
La maggioranza dei media in mano ai massocapitalisti angloamericani e della NATO egemoni in Occidente, tramite i loro “storici e giornalisti” tutti di un “prezzo” non raccontano che le due guerre mondiali e l’attuale contro la Russia vedono in azione le stesse banche e multinazionali che misero in piedi il fascismo in Italia e il nazismo in Germania con l’obiettivo, all’epoca, di sconfiggere l’Unione delle repubbliche socialiste sovietiche ed oggi di attaccare la Repubblica popolare di Cina.
Il nemico principale per i massocapitalisti di ogni epoca e latitudine è sempre il proletariato che si fa Stato.
I tre cartelli industriali tedeschi Vereinigte Stahlwerke (acciaio), IG-Farben (chimica) e AEG (settore elettrico), trasferirono dalle banche statunitensi National City, Chase Manhattan, Morgan, Kuhn &Loeb dal 1924 al 1926 in Germania un totale di 975 milioni di dollari.
Anche l’aiuto materiale all’ascesa bellica della Germania fu notevole: ad esempio la Bendix Aviation, controllata dalla Morgan Bank, fece arrivare migliaia di motori d’aereo in Germania dal 1934 al 1935. Tra i più importati finanziatori di Hitler e Mussolini troviamo la famiglia Bush: Prescott era alla guida della Union Banking Corporation, che agiva in sinergia con la famiglia Harriman.
Quando George Herbert Walker Bush senior fu eletto vicepresidente degli Usa nel 1980, incaricò William Farish III, di gestire tutti i suoi beni. Il sodalizio tra Farish III e la famiglia Bush si colloca prima della seconda guerra mondiale. William Farish III in quel periodo dirigeva negli Stati Uniti il cartello formato dalla Standard Oil of New Jersey e la nazistissima I.G. Farben.
Furono gli interessi economici e politici di quel consorzio a determinare, con lo scopo di produrre nafta dal carbone e gomma sintetica, l’apertura del campo di Auschwitz nel 1940, dove venivano sterminati i non adatti al lavoro. Quando questa notizia cominciò a diffondersi, il Congresso Usa apri un’inchiesta. Ma non avvenne nulla contro i proprietari della Standard Oil, i Rockefeller. Si limitarono a silurare il direttore esecutivo William Farish I. Tanto ne rimanevano altri due Farish.
Potevano i reali britannici stare fuori dalla partita? Neanche per sogno. Avendo il controllo della compagnia petrolifera anglo-olandese Royal Dutch Shell contribuirono all’ascesa al potere del partito nazista, grazie agli accordi siglati dal suo potentissimo amministratore delegato, l’olandese Henri Deterding, con il governatore della Banca d’Inghilterra, Montagu Norman.
E che dire del ruolo della IBM nella seconda guerra mondiale che sviluppò e potenziò la tecnologia delle schede perforate utilizzata, grazie agli Usa, dal governo nazista tedesco per la gestione contabile dei campi di concentramento e di sterminio.
Ovviamente finanziamenti affluivano ai nazisti anche da banchieri e industriali tedeschi come i banchieri Warburg, gli industriali Franz Thyssen e Alfred Krupp e le loro imprese hanno continuato ad operare anche dopo la sconfitta nazista.
Dove operano i figli e nipoti dei massocapitalisti di quel tempo? Sono alla testa di importanti finanziarie e banche e decidono le sorti di intere nazioni di cui controllano i governi.
Mentre i lavoratori di ogni settore e grado fanno sempre più fatica ad arrivare alla fine del mese, questi signori del massocapitalismo hanno dividenti stratosferici perché sono riusciti ad imbrogliare milioni di persone facendogli aprire dei mutui variabili con le loro banche ed oggi, con la complicità del governo protofascista Meloni, sono riusciti a far aumentare una rata mensile di un mutuo variabile di 200 euro. Mentre le remunerazioni dei depositi rimangono negative.
Con questa politica Unicredit può permettersi di distribuire ai soci 5 miliardi di euro. Intesa Sanpaolo ha intascato utili per 5,5 miliardi di euro.
Ma per i piccoli correntisti, i lavoratori, è un dissanguamento continuo. E’ in corso da parte di tutti i massocapitalisti il prosciugamento del risparmio del popolo lavoratore italiano. Un risparmio accumulato in anni di fatiche e lotte sociali.
Oggi nella seconda piduista e protofascista Repubblica 5,6 milioni di italiani sono in povertà assoluta, poi ci sono i 6,3 milioni di dipendenti privati con salari erosi dall’inflazione che ha prodotto il fenomeno sociale dei lavoratori poveri che superano il 13% della forza lavoro.
A produrre queste situazioni hanno concorso sia i governi dei finti democratici di centrosinistra che quelli apertamente reazionari di centrodestra, tutti uniti, essendo dei piduisti protofascisti, a fare gli interessi dei loro padroni.
Costoro hanno creato, negli ultimi trent’anni, da quel maledetto referendum del 1993, la condizione per cui, a fine 2021, due italiani su dieci possedevano più dei due terzi della ricchezza nazionale. Questi servi dei massocapitalisti si guardano bene di fare leggi che vadano a toccare i profitti e le rendite, di combattere realmente l’evasione fiscale e di migliorare le condizioni dei lavoratori, alzando il salario minimo alle condizioni di un lavoratore della Germania, o di ridurre l’orario di lavoro per allargare l’occupazione e togliere così dalla povertà milioni di persone.
Oxfam ha pubblicato il rapporto La disuguaglianza non conosce crisi, dedicandolo in modo specifico a quella in Italia, dove si evince dal capitolo Disugu-Italia che tra il 2020 e il 2021 è cresciuta la concentrazione della ricchezza nel nostro paese: la quota detenuta dal 10% più ricco degli italiani (6 volte quanto posseduto dalla metà più povera della popolazione) è aumentata dell’1,3% su base annua a fronte di una stabilità della quota del 20% più povero.
La ricchezza in possesso del 5% più ricco degli italiani (titolare del 41,7% della ricchezza nazionale netta) a fine 2021 era superiore a quella detenuta dall’80% più povero (il 31,4%).
Inoltre i super-ricchi con patrimoni superiori ai 5 milioni (lo 0,134% degli italiani) erano titolari, a fine 2021, di una ricchezza equivalente a quella posseduta dal 60% degli italiani più poveri. Nonostante il calo del valore dei patrimoni finanziari dei miliardari italiani, dopo il picco del 2021, il valore delle fortune dei super-ricchi (14 in più rispetto alla fine del 2019) mostra ancora un incremento di quasi 13 miliardi (+8,8%), in termini reali, rispetto al periodo pre-pandemico.
Secondo FABI (la Federazione autonoma bancari italiani), il totale della ricchezza finanziaria degli italiani supera la quota di 5.256 miliardi di euro, ed è cresciuta nel 2021 di ben 1.700 miliardi.
Ricchezza che, sfuggendo alla logica progressiva della tassazione, sancita dalla nostra Costituzione, fa sì che una esigua minoranza di massocapitalisti, quel 5% di cui parla Oxfam, possieda ingiustamente la maggioranza della ricchezza prodotta dal lavoro del proletariato del nostro paese.
Poi ditemi, a fronte di questi dati sulle politiche protofasciste dei governi su ambiente, guerra, sanità, scuola, ricerca, pensioni, occupazione, cultura, case, ecc. se non sia più economica e socialmente giusta, per noi proletari una rivoluzione comunista.
Ora e sempre Resistenza.