domenica, Ottobre 1

USA E CINA: due potenze politiche a confronto

di Nora Montella

Vi siete mai chiesti perché gli Stati Uniti devono costantemente sminuire il ruolo politico che sta assumendo la Cina? Vi siete mai chiesti perché gli USA sentono la necessità di fare propaganda anticinese, un popolo governato da un Partito comunista, come già in passato hanno fatto verso tutti i paesi europei che hanno avuto i comunisti alla direzione del paese? Vi siete mai chiesti perché gli Stati Uniti si “dimenticano” sempre di aver avuto anche loro un Partito Comunista che stranamente è scomparso nel nulla come i suoi dirigenti o come chi ne faceva parte?

Bene, cerchiamo di analizzare le due potenze economiche, cercando di capire perché vengono definite così. La Cina, intesa come Repubblica popolare, esiste da poco più di 70 anni. Precedentemente era uno Stato colonizzato e impoverito dalle guerre dell’oppio portate avanti dagli inglesi: 700 milioni di cinesi erano poverissimi, mangiavano addirittura la terra per sopravvivere alla fame, tra questi 49 milioni avevano problemi di tossicodipendenza causata appunto dall’abuso di oppiacei (usati per non sentire la fatica causata dalle infinite ore di lavoro e per placare lo stimolo della fame).

A partire dal 1949, però, la Cina ha avuto uno sviluppo socio-economico impressionante, che l’ha portata ad essere uno dei paesi con più organizzazione sociale e politica (basta vedere come hanno saputo gestire la questione Covid-19; la Cina ha avuto meno casi dell’Italia, meno di cinquemila decessi). Ma come ha fatto a subire tale trasformazione in così poco tempo? La strategia utilizzata dalla Repubblica Popolare Cinese è stata quella di investire il più possibile sulle risorse, non solo quelle finanziarie, ma specialmente quelle umane: ha investito in ogni campo delle scienze e della tecnologia, nelle università e in tutti i rami dell’istruzione, per far sì che a lungo termine si creassero le condizioni per una stabilità sociale derivante dall’istruzione e che la portasse ad essere la Nazione che conosciamo adesso. Infatti, lo Stato cinese si è prefissato come obiettivo entro il 2049, di diventare a tutti gli effetti “un paese socialista moderno, prospero, forte, democratico, culturalmente avanzato e armonioso”, come ha dichiarato Xi Jinping, il presidente cinese, durante un’intervista.

Per fare un esempio di quale siano le differenze di base tra queste due superpotenze, vorrei prendere i dati del 2018 sulle spese militari della Cina, che ha quasi 1 miliardo e mezzo di abitanti, e quella degli Stati Uniti, con 330 milioni di cittadini. La prima ha “investito 250 miliardi di dollari per le forze armate, contro i 649 miliardi degli USA. La cifra statunitense rappresenta il 36% delle spese militari globali, pari alla somma di quelle degli otto Stati che li seguono in classifica. […] I sistemi d’armamento della Repubblica popolare hanno compiuto progressi tali che – nell’eventualità di un conflitto – migliaia di missili balistici sarebbero in grado in pochissimo tempo di mettere fuori uso le basi e la flotta statunitensi nel Pacifico occidentale” (Una Cina “perfetta”, pag.41). Per chi non lo sapesse, al termine della Seconda Guerra Mondiale, Washington ha ordinato di accerchiare la costa orientale e meridionale della Cina impiantando basi militari in Australia, Corea del Sud, Giappone, Guam e Singapore.

Ma le differenze tra questi due Stati, non terminano qui. Le scelte sociali e politiche delle due nazioni in analisi, sono completamente agli antipodi. Il dato sulle spese militari cinesi è la dimostrazione che lo Stato concentra gli investimenti in settori diversi rispetto agli USA, come istruzione, sanità e lavoro; ma non solo, la Cina investe nelle collaborazioni con gli altri Stati, promuovendo la pace tra i popoli (basti pensare che lo Stato cinese non sta partecipando a nessun conflitto armato). Un esempio pratico di tale collaborazione messa in atto, lo troviamo “nella solidarietà della Cina con il resto del mondo nella lotta contro il COVID-19. Infatti dopo quattro mesi di lotta difficile e anche drammatica nel 2020, la Cina è poi riuscita a contenere e affrontare con successo la pandemia al suo interno, dedicandosi poi immediatamente a fornire mascherine, kit di test, personale medico, ventilatori e altre forme di assistenza ai paesi dell’America Latina, del Medio Oriente e dell’Africa, ma anche in Europa come ad esempio in Serbia. Anche gli Stati Uniti hanno ricevuto generose donazioni di attrezzature mediche e operatori sanitari dalla Cina, durante la prima ondata della pandemia. Va anche ricordato che la Cina, seguita poi dalla Russia, è stata il primo paese a dichiarare che il suo vaccino anti COVID-19 sarebbe stato un bene pubblico”.

Dunque la conclusione più ovvia è che, la differenza principale tra le due nazioni sono i valori sociali che le muovono. Lo stato cinese ha un’economia gestita in modo dialettico dal basso verso l’alto e viceversa, dunque è la politica che muove l’economia, e non il contrario. In Cina i capitalisti che non rispettano le leggi e gli accordi sindacali vengono immediatamente messi sotto inchiesta dalla magistratura e se ritenuti colpevoli di reati, processati (si veda il caso del fondatore di Alibaba Group, Jack Ma) e perdono tutti i loro benefici economici e sociali; in Occidente i gestori di Amazon sono spesso criticati e denunciati da sindacati e opinione pubblica perché negano addirittura ai loro lavoratori di abbandonare le postazioni per andare in bagno. Il 27 dicembre 2022, all’interno dello stabilimento Amazon a Colorado Springs, è deceduto il magazziniere Rick Jacobs a causa di un infarto e, per non interrompere il ritmo di lavoro, i responsabili Amazon hanno accerchiato il corpo con degli scatoloni, in attesa dell’arrivo del medico legale, senza nè avvisare i colleghi dell’avvenuto nè fermando l’attività lavorativa. Neanche davanti alla morte si riconosce la dignità di un individuo.

I capitalisti Usa, ma anche qui da noi, vengono spesso denunciati per le loro politiche autoritarie e poco rispettose delle leggi sulla sicurezza, nocività, ritmi di lavoro e sulla retribuzione, ma nessuno a livello politico in tutto l’Occidente si è permesso di mettere in discussione realmente i loro comportamenti derivanti dalla proprietà privata dei mezzi di produzione e quindi dalla proprietà anche dei lavoratori. Questo perché gli Usa, paese modello del capitalismo ed esportatore nel mondo di tale sistema, è tra le varie cose fanaticamente religioso, crede che la gratificazione attraverso la ricchezza sia la verifica di quella predestinazione di stampo calvinista che dimostra se avrai o no accesso al Paradiso. Una ideologia che ha messo in stretta correlazione la quantità di dollari posseduti con la quota di benevolenza di Dio. Quindi se sei povero negli Usa, non hai peso nella società, non hai nemmeno il diritto all’accesso gratuito ai servizi sanitari, scolastici e così via, perché conta solo la grandezza del portafoglio. Non è un caso che si parla di “Sogno Americano” proprio perché la realtà è tragicamente diversa, con decine di milioni di poveri totali che vivono in strada, aumentati tragicamente durante la pandemia.

Rispondi

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: