domenica, Dicembre 3

BRASILE: I FASCISTI DI BOLSONARO NON RICONOSCONO LA VITTORIA DI LULA E ASSALTANO LE ISTITUZIONI A BRASILIA

di Andrea Montella

La destra brasiliana copia a Brasilia l’azione dei loro camerati statunitensi a Capitol Hill e assaltano il palazzo del Congresso. Il Brasile sempre più simile nei comportamenti politici e sociali agli Stati Uniti, tanto da essere definito da molti osservatori il 51° Stato degli Usa.

Con una popolazione di 214,3 milioni di abitanti, di cui 30 milioni in povertà assoluta e con disparità enormi tra le classi sociali esistenti. Un paese che è stato invaso dalle reazionarie sette evangeliche pentecostali statunitensi che sono state mandate in Brasile per controllare la popolazione, i loro comportamenti, le abitudini e, soprattutto, il voto. I poteri imperialistici che le hanno concepite e che le gestiscono sanno che la posta in gioco è alta: tutte le ricchezze naturali del grande paese, il petrolio e, più in generale, il ruolo geopolitico dell’America Latina.

L’azione dell’imperialismo statunitense è stata quella di creare una divisione netta tra il Nord e il Sud del paese con lo scopo di renderlo ingovernabile, soprattutto per le formazioni riformatrici come quella rappresentata dal presidente Lula. Grazie alle sette evangeliche, con la loro pelosa carità a base di dollari Usa, le forze reazionarie riescono a controllare il 30 per cento della popolazione povera brasiliana; mentre le classi ricche, collocate quasi interamente nel Sud del paese, sono da sempre la base elettorale e politica della reazione. Quindi Lula è tra due fuochi reazionari governati dalla lunga mano statunitense.

Come potrà uscire da questa morsa non avendo un programma e una base comunista?

Credo che solo lavorando con gli altri paesi antimperialisti e coinvolgendo sempre di più nell’area la Cina comunista, Lula potrà trovare alleanze internazionali e interne necessarie per resistere ai successivi attacchi imperialistici.

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