domenica, Ottobre 1

ZELENSKY AL “MERCATO” DI DAVOS PER SVENDERE IL SUO PAESE

di Paola Baiocchi

Il presidente ucraino Volodomyr Zelensky ha annunciato che parteciperà al prossimo raduno del World Economic Forum (WEF) che si terrà dal 16 al 20 gennaio a Davos, nelle Alpi svizzere. Il 18 gennaio il presidente interverrà in un incontro intitolato “Restoring Security and Peace” , insieme al segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg e al giornalista della CNN, Fareed Zakaria.

Il WEF di Davos è fin dalla sua nascita nel 1971 il luogo dove si incontrano i massocapitalisti della terra e dove si programma il futuro del 99% della popolazione, in assenza di orecchie indiscrete della stampa, a parte quelle dei giornalisti invitati per conoscere l’agenda da propinare al 99% della popolazione. Secondo alcune fonti, Zelensky parteciperebbe al forum di Davos anche per firmare nuovi accordi per la ricostruzione post-bellica con Blackrock, la società d’investimenti più grande del mondo, dopo che all’inizio dell’anno l’amministrazione ucraina aveva già stipulato degli accordi col colosso finanziario circa servizi di consulenza su come investire i fondi per la ricostruzione del Paese distrutto dalla guerra.

Anche il CEO di Blackrock, Larry Fink, infatti, sarà protagonista del Forum, intervenendo il 17 gennaio nell’incontro intitolato “Rilanciare il commercio, la crescita e gli investimenti”, insieme al fondatore del WEF, Klaus Schwab, al capo dell’Organizzazione mondiale del commercio, al primo ministro belga e al vicecancelliere e ministro dell’economia tedesco. Blackrock, del resto, è uno dei principali “partner” del WEF, essendo finanziatore globale dell’agenda ESG – Environmental (ambiente), Social (società) e Governance) – promossa da Davos.

BlackRock è stata descritta come “il quarto ramo del governo” USA perché lavora a stretto contatto e indirizza le banche centrali. La sua influenza è così pervasiva che si potrebbe dire che controlla non solo società private e gruppi mediatici in tutto il mondo, ma interi paesi e i loro governi. Il suo patrimonio gestito è di 9 trilioni di dollari, quattro volte il PIL dell’Italia, più grande del prodotto interno lordo di ogni singolo paese del mondo, ad eccezione di Cina e Stati Uniti. 

Quindi cosa farà fare Blackrock a Zelensky? L’intervento di Blackrock si affianca al piano per la ricostruzione dello stato ucraino discusso nella Ukraine Recovery Conference 2022, cui avevano partecipato l’estate scorsa 41 paesi e 19 organizzazioni internazionali, mettendo a disposizione una cifra pari a 750 miliardi di dollari. Tuttavia, il piano prevede che in cambio dei prestiti, Kiev faccia delle controriforme sul piano economico che comprendono, tra le altre cose, la privatizzazione e la svendita alla finanza internazionale del sistema industriale pubblico del Paese. Come è già avvenuto con le terre più fertili dell’Ucraina, di proprietà delle multinazionali a capitale statunitense Cargill, Du Pont, Monsanto, come riportato in “The corporate takeover of ukraine agriculture”redatto dall’Oakland Institute

Questi incontri portano alla luce gli scopi della guerra in Ucraina, da una parte allontanare la Russia dall’Europa dal punto di vista commerciale e diplomatico; dall’altro, quello di agevolare la vendita dei beni pubblici di Kiev agli investitori occidentali. In entrambi i casi, a guadagnarci sono gli Stati Uniti d’America, sia dal punto di vista economico che della politica estera. Non certo i cittadini europei costretti ad acquistare a prezzi esorbitanti il gas statunitense e a ridurre i commerci con la Russia, con la Cina e con il resto dell’Asia.

Al World Economic Forum quindi, verrà discusso il futuro dell’Ucraina e della sua ricostruzione che, in base alle condizioni imposte, finirà per coincidere con acquisti a prezzi di saldo per le corporation e gli investitori finanziari. Se la guerra sul campo condotta da Mosca ha certamente distrutto l’Ucraina, la distruzione della sua sovranità economica e del patrimonio industriale pubblico, invece, sarà portata a termine proprio dalle potenze occidentali e in particolare dalla finanza statunitense.

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