giovedì, Settembre 21

NON DIMENTICATEVI DEI GIOVANI

di Nora Montella

Viviamo in un paese, l’Italia, in cui le giovani e i giovani che dovrebbero rappresentare il futuro di questa nazione, ma più in generale del mondo, non contano nulla, non hanno reali possibilità, non hanno un futuro e peggio ancora, non vengono ascoltati. Anzi, se il governo può trovare manovre politiche o decreti legge per ostacolarli, lo fa. Infatti, dopo quasi tre anni di pandemia mal gestita che ha distrutto socialmente e psicologicamente le nuove generazioni, si decide di tagliare i fondi all’istruzione e alla sanità, ma anche di punirli legalmente, per esempio, con il Decreto Legge del 31 ottobre 2022, n.162, anche detto “Decreto anti rave”. Quest’ultimo introduce l’articolo 434-bis del codice penale in cui si punisce “la condotta di invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica”.

Come al solito, i politici venduti al sistema masso-capitalistico non analizzano i fenomeni sociali nel loro complesso, ma si focalizzano nel trovare soluzioni repressive a favore della disgregazione sociale, che tanto piace al sistema capitalistico per controllare meglio le proprie pedine, ovvero noi cittadini. Infatti, non ci si chiede il perché di tali comportamenti sociali da parte dei ragazzi e delle ragazze, non si cerca una reale risposta, ma si trova un colpevole, un capro espiatorio con cui distogliere l’attenzione.

Non rispondere alla domanda PERCHE’ succede quel determinato fenomeno, rende l’analisi inutilizzabile. Che siano bambini o bambine, che siano adolescenti o giovani, non ci sono spazi sociali di aggregazione gratuiti. Ci sono stati tolti i diritti da sotto il naso, sottraendoci di conseguenza anche spazi fisici, reali, che permettevano un tempo l’aggregazione sana a scopo collettivo e non individualistico o di lucro. Si pensi alle Sezioni politiche che erano presenti in tutto il territorio italiano e svolgevano attività dirette con i cittadini, rendendoli veramente parte integrante della vita politica del paese; ai collettivi nelle scuole superiori o nelle università, che permettevano agli studenti e alle studentesse di avere un luogo per confrontarsi (la storia lo ha già dimostrato come gli studenti siano rilevanti nel sostegno alla lotta di classe); ai Circoli Arci (Associazione ricreativa e culturale italiana) dove le persone potevano trovare un luogo di aggregazione culturale forte, in cui la trasmissione dei valori antifascisti era la base di ogni ragionamento; i doposcuola presenti in quasi tutti gli istituti scolastici un tempo offrivano svariate attività (teatro, tecnica, motoria, musica..) da svolgere all’interno del plesso scolastico durante le ore del pomeriggio, dunque extra orario scolastico.

Il rimuovere negli anni luoghi di aggregazione e socializzazione gratuiti, potenziando, invece, la cultura criminale e l’individualismo (si pensi ai non-valori trasmessi dai mass media), ha portato ad un aumento dei comportamenti anti-sociali da parte dei giovani, reazione automatica alla repressione. Con questo non giustifico tali comportamenti, ma cerco di analizzarli nel complesso più ampio, facendo paragoni con altre nazioni. In Inghilterra, in cui il mondo del sociale vale poco o quasi nulla, hanno già vissuto tale esperienza trent’anni fa. Come spiega benissimo Roger Mattews, docente di Criminologia dell’Università di Middlesex, nel suo documento “Le trasformazioni della carcerazione minorile in Europa”:

“Nel Regno Unito si è così assistito alla demonizzazione della gioventù. Una serie di rapporti ufficiali risalenti agli anni Novanta, redatti sia dai governi conservatori che da quelli laburisti, hanno focalizzato l’attenzione sui giovani trattandoli come una delle fonti maggiori del crimine e del disordine; in seguito a ciò, l’intervento si è esteso fino ad includere anche la sfera del comportamento anti-sociale, inteso come girare senza meta e provocare fastidio. Queste forme di attività pre-criminali o sub-criminali sono sempre più oggetto di intervento repressivo e i giovani ne sono sempre più frequentemente l’obiettivo”. Continua dicendo: “C’è un nuovo senso di pericolosità associato ai giovani. Essi sono visti come minacce per l’ordine sociale, specialmente quando provengono da famiglie monoparentali e da quartieri poveri, e il messaggio lanciato dalle agenzie ufficiali e dai media è quello che esiste un numero crescente di giovani predatori responsabili per un numero sproporzionato di crimini, e che essi minano la stabilità e la serenità delle comunità locali. Parallelamente a questa trasformazione nella concezione della gioventù, c’è stato un processo di irrigidimento della posizione ufficiale verso il comportamento dei giovani in Inghilterra e Galles, che ha prodotto una sorveglianza e un controllo più intensi su questi settori della popolazione, dando vita a nuove agenzie con nuovi poteri riferiti al cosiddetto problema della popolazione. Ne è risultato un aumento del numero di giovani nelle carceri e l’introduzione di nuove sezioni a più alto indice di sicurezza. Il numero di minori detenuti è conseguentemente cresciuto da 14.000 nel 1990 a 20.000 nel 1999 – con una crescita di circa il 50%. Analogamente, il numero delle persone detenute con età compresa tra i 17 e i 21 anni è aumentato da circa 5.000 nel 1993 ad oltre 8.000 nel 1999. Ancora una volta, con un incremento che supera il 50%. L’irrazionalità di una tale tendenza punitiva rappresenta una preoccupazione secondaria (per i politici, n.d.r). Importa poco che tre quarti della popolazione carceraria sia imprigionata per reati di natura non violenta.”

E’ evidente che la repressione sociale non ha nessun senso nell’ottica del miglioramento della vita e neanche nella logica rieducativa, perchè è dimostrato che abbia come conseguenza l’aumento dei fenomeno di rischio. Inoltre con il Decreto anti-rave il reato commesso da un giovane sarà punito maggiormente rispetto a crimini verso la collettività, come quelli commessi dai famosi colletti bianchi, come a dimostrare che il sistema, pur di sopravvivere, si crei le leggi a proprio vantaggio e sempre e comunque a discapito della popolazione.

Rispondi

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: