mercoledì, Aprile 24

12 DICEMBRE 1969 – 27/28 LUGLIO 1993, LA LUNGA STAGIONE DELLE STRAGI IN NOME DELL’ANTICOMUNISMO

di Sezioni comuniste Gramsci-Berlinguer per la ricostruzione del P.C.I.

Milano 12 dicembre 1969: una bomba atlantica venne messa all’interno della Banca Nazionale dell’Agricoltura, in Piazza Fontana. Muoiono 17 persone e 88 restano ferite.

Chi materialmente ha messo la bomba è riportato in questo articolo di Gianni Barbacetto, uscito su il Fatto Quotidiano, si tratta del fascista di Ordine Nuovo di Verona, Claudio Bizzarri, all’epoca paracadutista:

“[Bizzarri, ndr] Era in stretti rapporti con il gruppo milanese La Fenice di Giancarlo Rognoni e con l’ordinovista padovano Massimiliano Fachini. Tra il 1968 e il 1969 ha il compito di mettersi in contatto con i gruppi dell’estrema sinistra veronese. È la strategia di intorbidare le acque, coinvolgere e infiltrare i “rossi”, i maoisti, gli anarchici, a cui devono essere attribuite le azioni violente che i “neri” hanno in programma. Operazioni “false flag”, sotto falsa bandiera, teorizzate dagli ambienti militari atlantici e protette dai servizi segreti dell’Occidente. Creare disordine, attribuirlo ai “rossi”, attendere la richiesta d’ordine della Nazione: un golpe, nella speranza di alcuni, una svolta autoritaria, per altri”(*).

Questa strategia terroristica anticomunista è durata sino alla Strage di Brescia del 1974, 8 morti e 102 feriti, e doveva servire per bloccare l’avanzata elettorale e un possibile coinvolgimento dei comunisti in future alleanze di governo.

Ma nonostante le stragi anticomuniste il P.C.I. di Enrico Berlinguer continuava a crescere e a essere visto dal popolo italiano come una reale alternativa al corrotto sistema di potere di centrosinistra.

Il 16 marzo 1978 Via Fani a Roma con il rapimento di Aldo Moro e l’assassinio della sua scorta e il successivo assassinio dello statista democristiano questa possibilità di un ritorno dei comunisti nell’area di governo (Compromesso storico) è stata bloccata per sempre dalle stesse forze che avevano operato nel 1947 per la loro estromissione – gli Usa, la Gran Bretagna, la Francia e la Germania – il blocco massocapitalista che deteneva il potere in Europa.

12 dicembre 1969 Piazza Fontana, Milano – 28 maggio 1974, strage di Piazza della Loggia, Brescia – 3/4 agosto 1974 strage del treno Italicus, nei pressi della Stazione di San Benedetto Val di Sangro – 2 agosto 1980 strage alla Stazione di Bologna – 23 maggio 1992 strage Falcone e la scorta, Capaci – 19 luglio 1992 strage di via D’Amelio, Borsellino e la scorta – 26/27 maggio 1993 strage di via dei Georgofili, Firenze – 27 luglio 1993 strage di via Palestro, Milano – 28 luglio bombe a Roma alla basilica di San Giovanni in Laterano e alla chiesa di San Giorgio in Velabro

In Via Fani a sparare nella macchina di Aldo Moro c’era il marine statunitense legato al narcotrafficante Ronald Stark, David Linker, di cui si sa praticamente tutto grazie agli atti della Commissione Moro: “Il vero uomo che organizzò la strage di via Fani e il rapimento di Aldo Moro è un italoamericano molto intimo di Ronald Stark (che la polizia tanto ha dato prova di proteggere) il nome è David, nato il 18.3.1954 a San Diego, in California, occhi azzurri, alto 1,77 capelli castani, corporatura media, a volte porta i baffi, ex marine in Vietnam col grado di capitano, poi entrato nelle special forces dei green berets. Ultimamente era consigliere militare della Central Intelligence Defence nella Germania Ovest. David è l’unico dei massimi dirigenti che ha organizzato la strage di via Fani e il rapimento di Aldo Moro insieme ai suoi compagni già noti alla polizia. David comunque non ha partecipato all’eliminazione di Aldo Moro. Ultimamente era residente a Roma, ma vive in modo speciale a Milano (frequenta biblioteca USIS, in via Bigli 1/A”.

Con questa ulteriore strage si blocca la strategia comunista ma rimane ancora un grosso ostacolo: il segretario del P.C.I. Enrico Berlinguer, considerato il comunista più pericoloso per le sue capacità di elaborazione politica. “Un’importante conferma arriva dai documenti degli archivi britannici desecretati nel 2008, che contengono la dichiarazione su Berlinguer fatta da Henry Kissinger al nuovo ministro degli Esteri di Sua Maestà, Anthony Crosland, nell’aprile del 1976: «La questione dell’obbedienza del Pci a Mosca è secondaria. Per la coesione dell’occidente i comunisti come Berlinguer sono più pericolosi del portoghese Cunhal».

Possiamo dire, quindi, che da parte degli Stati Uniti la preoccupazione non era l’Urss, ormai revisionista rispetto alla Rivoluzione d’Ottobre, e nemmeno lo erano i partiti filorussi, ma il PCI e la sua autonomia” (**).

Berlinguer vivo sarebbe stato un serio impedimento a questa strategia antidemocratica, quindi ecco che il grande capitale finanziario si attiva con tutte le sue strutture per realizzare il progetto di cambiamento del PCI, anche in modo violento.

Vogliamo ricordare un fatto di cronaca sul quale nessuno degli ex dirigenti del PCI ancora oggi sulla ribalta della politica ha mai dato spiegazioni.

In una breve pubblicata sul Corriere della Sera del 20 giugno 1984, si dà la notizia della condanna a sei mesi di Alfred Michlbauer, fermato l’11 giugno durante il ricovero di Enrico

Berlinguer nell’ospedale di Padova, mentre cercava di introdursi armato di un coltello nella camera di rianimazione del segretario del PCI.

… Condannato a sei mesi con la condizionale e a un’ammenda di trecentomila lire per contravvenzione alla legge sulle armi, Michlbauer esce di scena dopo un’indagine piuttosto superficiale, che meriterebbe ancora oggi di essere approfondita, in cui viene considerato come un tipo un po’ originale, forse uno squilibrato. Non sappiamo se lo era veramente e se si è presentato a Padova mosso da una sua pulsione. Oppure se era lì, mandato da qualcuno, per finire un determinato lavoro.

C’è da dire, pensando a personaggi come Lee Oswald, che la storia è piena di figure che si prestano ad essere utilizzate come patsy (zimbelli), capri espiatori in vicende di omicidi che hanno cambiato il corso degli eventi” (**).

Tolto di mezzo Enrico Berlinguer – già nel 1973 c’avevano provato a Sofia in Bulgaria, l’ultimo vero ostacolo alle manovre reazionarie dei massocapitalisti atlantici italiani e stranieri che operavano sul nostro territorio, si apre per loro una nuova possibilità: trasformare il P.C.I., grazie al fatto che i dirigenti che succedono ad Alessandro Natta – l’ultimo segretario comunista, fatto dimettere a sua insaputa – non rappresentavano più quegli ideali e non avevano quella levatura morale e politica che gli permetteva di resistere alle lusinghe economiche e mediatiche dei massocapitalisti. Infatti questi venduti al massocapitalismo spaccano nel 1991 il P.C.I. e tradiscono definitivamente la loro base sociale, il proletariato, diventando la punta di lancia di quella che noi chiamiamo la P1 al cui vertice si trovano i padroni delle banche d’affari che sono alla guida della Federal Reserve statunitense e della BCE. 

A differenza delle stragi del periodo 1969-1974 che avevano lo scopo di destabilizzare per stabilizzare il sistema, nel periodo 1991-1993 nasce la nuova strategia della tensione, che ha lo scopo di immettere nell’economia italiana ed europea il denaro della grande criminalità organizzata, traghettandoci dalla Prima Repubblica alla Seconda, quella della trattativa Stato-mafia che è costata la vita di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e delle loro scorte. 

Questa nuova strategia vedeva scendere in campo in modo massiccio massoneria, organizzazioni mafiose e movimenti separatisti, come la Lega Nord. 

Assistiamo in quei due anni al più grande cambio di casacca politica della storia italiana: tutti si buttano al centro con le varianti centrosinistra/centrodestra, secondo le indicazioni del Piano di rinascita della P2.

Tutti democristiani e quindi tutto in famiglia, senza avere più tra le palle quei rompicoglioni dei comunisti.

Tutto questo è potuto avvenire grazie al contributo attivo di quei dirigenti ex comunisti che per codardia, vanagloria, corruzione hanno permesso la realizzazione di questa trasformazione reazionaria del nostro paese. Grazie a loro, oggi i proletari lasciati senza la speranza di un reale e radicale cambiamento sociale, hanno i salari più bassi d’Europa, un sistema sanitario pubblico fortemente imbarbarito, una maggiore diffusione delle droghe nei loro quartieri, un aumento della prostituzione, una guerra in Europa grazie al tradimento della Costituzione e alla presenza della Nato, una scuola e una ricerca in caduta verticale, un aumento dell’ignoranza generale e di stili di vita basati sulla sopraffazione e la violenza che si scarica soprattutto contro le donne, un aumento della presenza delle mafie su tutto il territorio italiano, un aumento della corruzione politica, un aumento del razzismo, un aumento delle fake news di Stato e private, un aumento dell’edonismo imbecille, un aumento dello sfruttamento di lavoratori immigrati sottopagati su tutto il territorio nazionale, con case e palazzi abbandonati e persone che dormono per strada perché non possono pagare affitti esorbitanti.

Come vedete siamo rimasti solo noi comunisti, valorosi magistrati e ormai pochi ma coraggiosi giornalisti a dire la verità su cosa è servita quella strage del 12 dicembre 1969 e a spiegare che senza una vera contrapposizione, economica, culturale, politica e sociale a questa banda di criminali massocapitalisti, il nostro paese è finito in un terribile baratro. Spetta ancora a noi comunisti, i pronipoti del 1917-1921, di gettare le basi per una vera rinascita democratica con una NUOVA LOTTA DI LIBERAZIONE 2.0 sia per il nostro paese, che per l’intera Europa.

LIBERIAMO L’ITALIA L’EUROPA DAGLI USA E DALLA NATO

LOTTA QUINDI ALLA MASSONERIA E A TUTTE LE SOCIETA’ SEGRETE

PER LA PACE, IL LAVORO

LA SOLIDARIETA’ TRA I POPOLI

PER IL SOCIALISMO-COMUNISMO

(*https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2019/11/29/il-paracadutista-che-mise-la-bomba-in-piazza-fontana/5585436/

(**) Ipotesi di complotto? Le coincidenze significative tra le morti e le malattie dei segretari del PCI e l’attuale stato di salute dell’Italia – di Paola Baiocchi e Andrea Montella – Carmignani Editrice 2014

Rispondi

Scopri di più da l'Unità2

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading