di Nora Montella
Nel documento “Appunti per un programma conservatore” della nuova Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, viene descritto in 55 pagine tutto ciò che Fratelli d’Italia vorrà mutare nei 5 anni di insediamento al governo.
Voglio focalizzarmi sul paragrafo

in cui si introducono gli obiettivi politici per “migliorare” l’istruzione italiana, e al cui interno troviamo contenuti di questo livello: “la scuola senza qualità tutto sommato piace a molti, probabilmente alla maggioranza. Ma, nello stesso tempo, esiste una minoranza – tutt’altro che esigua – che vorrebbe studi più seri, più profondi, più impegnativi. E desidererebbe che la scuola tornasse a svolgere innanzitutto la sua funzione classica, di trasmissione del patrimonio culturale. Una società libera dovrebbe tutelare entrambe. Paradossalmente, una società libera dovrebbe difendere anche il diritto di non studiare, o di studiare poco. Purché tale diritto non venga esercitato, come finora è accaduto, a scapito dell’altro diritto, quello delle minoranze dissenzienti di studiare molto, e scegliere percorsi di studio alti”. E continua proponendo scuole differenziate dal punto di vista della qualità dello studio, creando quindi scuole di serie A per i giovani meritevoli che vogliono un’ottima formazione e scuole di serie B, in cui non si parla neanche di studio. Ripropongo qui il testo ufficiale: “Infine, riforma fondamentale, il diritto di scegliere fra scuole socialization-oriented, come le attuali, in cui le priorità sono la socializzazione, l’intrattenimento, e la tutela (malintesa!) delle minoranze in difficoltà, e scuole knowledge-oriented, in cui le priorità sono lo studio e l’acquisizione di conoscenze. Famiglie e insegnanti che non apprezzano la deriva dell’abbassamento dovrebbero avere il diritto di fondare scuole di tipo nuovo, cui si accede con appositi voucher, e in cui a un maggiore impegno (e fatica) di tutti corrispondono obiettivi di conoscenza più elevati. Può sembrare un ripiego o una sconfitta, ma in fondo non è altro che un principio di libertà, o forse di tutela delle minoranze”. Come potete notare, la prima tipologia di scuola viene descritta come un luogo ludico, adibito al solo scopo di far socializzare gli adolescenti, in cui il verbo “studiare” non compare neanche. Nel secondo caso avremmo una scuola di meritevoli, di studenti volenterosi e professori impazienti dal svolgere la propria mansione; il tutto riconosciuto in dei voucher che permettono l’accesso all’istituzione scolastica.

Partendo dal presupposto che, tutto ciò che viene proposto da Fratelli d’Italia riguardo alla scuola pubblica non è minimamente in linea e conforme all’articolo 34 della Costituzione italiana, rendendo tutto il programma palesemente anticostituzionale, vorrei anche far notare come si contraddicano da soli perchè all’interno del paragrafo accusano le riforme progressiste per aver aumentato il divario culturale tra le varie classi sociali, quando Fratelli d’Italia ha l’obiettivo di mandare avanti proprio quelle politiche disgreganti. Vorrei anche aggiungere, che la sinistra progressista che accusano e a cui scaricano le colpe di anni di mal funzionamento del sistema scolastico, non è MAI stata sinistra a livello politico ma solo a livello mediatico. Sono i media a definire il PD “la sinistra italiana”, ma a livello politico la riforma sulla Buona Scuola di Renzi non ha NULLA di sinistra.
Ritorniamo al documento e alle proposte politiche sull’istruzione. “Un cambiamento rivoluzionario sarebbe il passaggio dal sistema delle bocciature a quello dei livelli: non ti boccio mai, ma – anziché certificare il falso, come oggi troppo sovente avviene – alla fine della scuola secondaria superiore certifico in modo accurato e fedele il livello di conoscenze che hai effettivamente raggiunto. Al termine dell’ultimo anno, non ti rilascio un diploma, ma una scheda che dettaglia, materia per materia, il livello che sei stato in grado di raggiungere (un approccio simile a quello degli A-levels, nel Regno Unito). E accompagno questa rivoluzione con una applicazione letterale dell’articolo 34 della Costituzione: borse di studio generose per tutti i “capaci e meritevoli”, fino ai “più alti gradi degli studi”, ossia laurea magistrale e dottorato di ricerca”.
Mi pare dunque evidente che all’interno di Fratelli d’Italia ci sia della confusione notevole su cosa sia la scuola e su che ruolo debba svolgere all’interno di una società civilizzata come dichiariamo di essere. Il “merito” inteso nei termini costituzionali non ha nulla a che vedere con quello che la Meloni vorrebbe creare per distruggere il sistema scolastico vigente. In quanto donna serva del capitalismo, il suo viscido scopo è lasciare ancora più indietro quelli che sono già ultimi da anni, a favore dei privati che da tutta questa situazione trarranno vantaggi economici infiniti.
Quindi nessuna idea di ampliamento del servizio ma anzi di riduzione con discriminazione sociale e stigmatizzazione, creando così una scuola non più pubblica e integrante ma privatizzata (basti pensare all’idea dei voucher per l’accesso scolastico). La proposta politica offerta in tale documento limita di fatto l’applicazione dell’articolo 34 della Costituzione che vuole una scuola aperta a tutti, in linea con gli altri principi costituzionali, come la formazione dell’identità (minimamente prevista nella proposta di “Scuola” che fa la Meloni). Proprio per questo le sezioni Gramsci-Berlinguer chiedono l’applicazione della Costituzione originaria e della totalità dei suoi principi, perchè solo applicando le leggi costituzionali e facendole rispettare nel tempo, possiamo permetterci di riavere una società che punta alla collettivizzazione dei mezzi di produzione, alla difesa dei diritti e dei doveri delle cittadine e dei cittadini, e alla diffusione della cultura come base reale per una società antifascista, civile e aperta al futuro.