giovedì, Settembre 21

GOLDSMITH o GOLDFINGER

“Se uno lascia la moglie e sposa l’amante, non fa altro che creare un nuovo posto di lavoro”

sir James Michael Goldsmith (1933-1997)

di Andrea Motella – 2007

Una famiglia che ha messo a frutto le inclinazioni dell’ideologo Edward, del raider James e dei loro eredi – Clio, Zac, Jamima e Benjamin – per ottenere quel mix tra finanza e ambientalismo reazionario che gli consente di praticare un modello di “bella vita” molto apprezzato dai media.

James Michael Goldsmith, il finanziere anglo-francese è il costruttore della loro comune fortuna: definito nel suo ambiente “l’Attila della finanza” e considerato da Margaret Thatcher “uno dei personaggi più grandi della sua generazione”, nasce a Parigi nel 1933. Il padre Francis (Frank) fu parlamentare unionista, ufficiale di cavalleria del Suffolk e dopo la prima guerra mondiale direttore della catena di alberghi Savoy Hotel, in Francia.

James Michael Goldsmith

Suo fratello Edward Theodore (Teddy) nato nel 1928 è il fondatore di una delle maggiori riviste ambientaliste: The Ecologist.

Edward Theodore Goldsmith

James studia ad Eton ma con scarsi risultati e abbandona il collegio nel ‘49; continuerà gli studi con un istitutore e presterà il servizio militare  in artiglieria.

Stabilitosi nel ‘53 a Parigi acquisisce una piccola azienda e conosce l’ereditiera boliviana Maria Isabel Patino (1933-1954), figlia del magnate dello stagno Antenor Patino. L’unione fu contrastata da Patino che aveva espresso apprezzamenti sull’origine ebraica del giovane: «Niente di personale Mr. Goldsmith, ma nella nostra famiglia non si sposano ebrei» al che Goldsmith avrebbe ribattuto: «Vero ma nella mia famiglia solitamente non sposiamo pellerossa». 

Maria Isabel morì cinque mesi dopo il matrimonio nel paesino di Gretna Green, una Las Vegas scozzese dove coppie avversate dai parenti o dalla legge possono sposarsi.

Nel ‘57 James vende i laboratori Goldsmith Cassene in Francia per 120 mila sterline; nel ‘59 torna in Gran Bretagna e compra 28 farmacie da Charles Clore. Nel ‘61 compra una catena di negozi che rilancia con il nome Mothercare in società con il banchiere iracheno Selim Zilkha, a cui in seguito venderà la sua quota.

Nel ‘62 modificando la confezione, commercializza un dimagrante americano: vince la controversia legale e può venderlo sul mercato francese col nome Milical.

Sposa nel ‘63 la sua segretaria Ginette Lery, che nel ‘59 gli ha dato un figlio. Nel contempo ha una relazione con lady Sarah Crichton-Stuart, seguita da un’altra liaison con lady Annabel Vane-Tempest-Stewart, figlia del marchese di Londonderry.

Dopo il divorzio da Ginette continuano a convivere a Parigi; sposa Annabel nel ‘78 vivendo con lei a Londra ma costruisce una terza famiglia a New York con Laure Boulay de la Meurthe, da cui avrà due figli.

Nel ‘64 James acquista 51 negozi, che diverranno il gruppo Cavenham Foods. In quel periodo compie incursioni finanziarie e acquisizioni di capitali attraverso la Cavenham, Banque Occidental e la finanziaria francese Général Occidentale formata nel ‘68.

Nel ‘71 acquisisce la Bovril Company sbarazzandosi dei suoi caseifici e delle carni sudamericane. Nel ‘72 compra per 86 milioni di sterline la Allied Suppliers, la quarta catena alimentare del Regno Unito, proprietaria di marchi come Lipton Tea. In questo modo entra in Slater Walker Securities di cui diventa presidente nel ‘75 e come contropartita ai suoi preziosi “consigli” chiede ai cugini banchieri la direzione della Banca Rothschild di Francia.

Nel ‘73 acquista negli Usa i 531 supermercati Grand Union Company, per 62 milioni di sterline.

Goldsmith comprende l’importanza dei media e cerca di fare propri nel ‘76/’77 i giornali The Observer e Daily Express ma senza successo. Nel ‘78 acquisisce la quota di maggioranza del settimanale francese L’Express da Jean-Jacques Servan-Schreiber. Nel 1979 lancia Now! che gli costerà 6 milioni di sterline e chiuderà dopo 19 mesi.

Goldsmith nel ‘76 inizia una guerra, che si protrae per diversi anni, con il giornale Private Eye che metteva in luce i suoi metodi spregiudicati e poco ortodossi. Nella vicenda, Goldsmith, fa valere non la verità oggettiva dei fatti, ma la forza del denaro. Comunque per non avere noie dai meccanismi di controllo britannici sposta i suoi interessi a Parigi.

Nel ‘78 compra negli Usa per 133 milioni di sterline i supermercati Colonial Stores, 369 negozi, di cui utilizza il movimento di cassa per acquistare nel ‘79 la J. Weingarten Inc. aggiungendo al suo impero altri 100 supermercati nel Texas. 

Nei primi anni ‘80 ottiene il controllo del gruppo Diamond International per 246 milioni di sterline, rivenduto due anni più tardi per 700 milioni di sterline. Acquisisce la Crown Zellerbach che gli porta altri 400 milioni di sterline. Dopo si butta sulla Goodyear Tire e Rubber, che ha interessi nel settore petrolifero, aerospaziale, nei pneumatici e gli frutta altri 90 milioni netti di sterline.

Inoltre compra e vende miniere d’argento e oro.

James, parafrasando Trotsky, nell’86 pubblica Per la rivoluzione permanente con cui dà la linea alla borghesia. “Prevede” la crisi del 1987 e liquida molte partecipazioni azionarie guadagnando 2,8 miliardi di sterline. Un paio d’anni più tardi insieme a Jacob Rothschild e Kerry Packer tenta, senza riuscirvi, di acquistare la British American Tobacco.

Nel contempo fa nascere la European Foundation e L’Europe des Nations, due think thank di destra specializzati nella lotta all’unità europea e alla globalizzazione, che sono i propulsori dei movimenti leghisti e di alcuni settori no global, grazie anche al lavoro svolto dal fratello Edward, molto noto in Italia e coccolato ecumenicamente da destra e sinistra.

Con il dissolvimento dei Paesi dell’Est nel 1989 il Club 1001, uno dei think tank più esclusivi, affidò ai Goldsmith e ad Alfred H. Heineken uno studio di fattibilità per un progetto di dissolvimento degli Stati nazionali europei e quindi dell’Europa.

Heineken e i due fratelli progettarono la balcanizzazione del continente con la collaborazione dello storico e agente del SIS britannico Cyril Northcote Parkinson e lo pubblicarono in forma riservata con il titolo Eurotopia. Quello studio del 1992 suddivideva l’Europa in 75 macroregioni secondo criteri demografici ed etnici: l’Italia doveva essere divisa in 8 staterelli.

Due anni dopo nel novembre 1994 appare il progetto della Lega che prevede la divisione del nostro Paese in 9 stati.

Sempre nel ’94 James fa nascere un partito dal nome L’Autre Europe ed entra nel Parlamento europeo per combattere i processi di unificazione europea.

Grazie al contributo del fratello Edward e ai media “amici” in questo periodo si diffondono in Europa paradigmi che tendono a confondere le collocazioni socio-politiche delle classi. Così terminologie come moltitudini, biopolitica, glocale, decrescita, si diffondono nei movimenti. Intellettuali di destra e “sinistra” come Alain De Benoist, Serge Latouche, Toni Negri, Aldo Bonomi e Marco Tarchi si trovano accomunati da un pensiero e da un agire comune.

A questo lavoro partecipa anche Zac il nuovo direttore di The Ecologist, prima legato all’United Kingdom Indipendendence Party versione britannica della Lega, poi al gruppo anarchico Reclaim the Street e oggi responsabile delle politiche ecologiste per il Partito dei Conservatori. 

I Goldsmith grazie ai matrimoni e alle loro conversioni religiose hanno relazioni ovunque: il nonno Frank era ebreo osservante, il padre James viene educato alla religione cattolica. Sua moglie Annabel si converte dal protestantesimo all’Islam e la loro figlia Jamima (grande amica di Diana) passa dall’anglicanesimo all’Islam e sposa Imran Kahn, ex star del cricket pakistano e leader di un movimento islamico.

Clio invece ha sposato Carlo Puri Negri (AD di Pirelli RE) e Mark Shand, fratello di Camilla moglie di Carlo d’Inghilterra. 

Forse per questa famiglia conta solo quello che diceva il vecchio James: «Essere un Goldsmith».

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