lunedì, Settembre 25

ALZARE I TASSI D’INTERESSE PER FRENARE L’INFLAZIONE? INUTILE SE NON NOCIVO

di Farina Del Sacco

Una breve riflessione su Inflazione e Tassi. Settimana scorsa la Banca centrale europea (BCE) ha aumentato nuovamente i tassi per contrastare l’inflazione galoppante. Tutto già previsto e scontato.
Subito dopo la Federal Reserve (la Banca Centrale americana) ha anch’essa alzato i tassi come previsto e scontato…
Due azioni simili nella forma ma assolutamente differenti nella sostanza.


La situazione negli Stati Uniti è di inflazione cresciuta e alta ma in presenza di salari più alti, di occupazione ancora robusta e basso tasso di disoccupazione, di maggiore Spesa Pubblica.
In Europa e in particolare in Italia non è proprio la stessa situazione, i prezzi sono sì cresciuti a dismisura e specialmente quelli di energia ed alimentari, ma i salari sono fermi e l’occupazione latita.
La “sana” inflazione da eccesso di domanda ce l’hanno gli americani, noi europei stiamo solo subendo un’inflazione esogena tutta legata alla speculazione su gas ed energia (e solo in parte dovuta alla guerra, ma che certo una pace vera risolverebbe…). E allora, alla luce di queste semplici considerazioni capiamo bene come sia inutile aumentare i tassi per contenere un’inflazione che non dipende dall’eccesso di liquidità in tasca ai cittadini, non dipende da maggiori salari, non dipende dall’euforia di spesa ma solo da alti prezzi delle materie prime e dalla loro limitata disponibilità.


Mentre negli USA è logico alzare i tassi per raffreddare un’economia ancora in espansione con un’occupazione robusta almeno sulla carta (e ricordiamoci che per avere inflazione da contenere non bastano prezzi alti ma è necessario anche un alto livello di occupazione, una volta si diceva “piena occupazione”), in Europa è del tutto inutile. La BCE sta attuando questa politica restrittiva solo per poter tenere sotto controllo il cambio Euro/Dollaro che ad oggi è sceso del 20% in pochi mesi. Un Euro debole rispetto al Dollaro vuol dire certo prodotti europei più competitivi rispetto a quelli statunitensi, ma soprattutto un peggioramento della bolletta energetica visto che importiamo gas dall’estero e lo importeremo sempre più proprio dagli USA.


A questo punto perché non provare a dare una risposta diversa a questa crisi energetico-finanziaria ?
Invece di attuare una politica monetaria così restrittiva e che inevitabilmente porterà l’economia europea in recessione, potrebbe essere intrapresa invece la via industriale della creazione di una solida produzione energetica interna, da rinnovabili. Soprattutto in Italia si potrebbe contrastare il rialzo dei prezzi energetici creando nuova produzione di energia, nuovi impianti da rinnovabili.
Questo porterebbe anche nuova occupazione e probabilmente salari più alti, allora sì che l’aumento dei tassi avrebbe senso.
Rialzo dei tassi, contenimento del Debito pubblico, salari asfittici e disoccupazione crescente, insomma peggioramento delle condizioni generali dell’economia reale saranno la strada giusta?

Rispondi

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: