di Redazione

Nella Direzione nazionale di Sinistra Italiana di sabato scorso, preseduta dal segretario Nicola Fratoianni, con 24 voti favorevoli e 12 contrari su un totale di 45 componenti, è stata deliberata la proposta di commissariamento delle Federazioni di Genova e Toscana.
Tra i voti favorevoli anche quello di Carla Nattero, Coordinatrice Regionale Ligure e Gabriella Branca, membro del Coordinamento Regionale Ligure oltre che della Segreteria Nazionale. Le motivazioni addotte a suffragio di questa proposta di commissariamento, sarebbero lo scarso impegno mostrato durante la campagna elettorale e il dissenso sulla prospettiva politica nazionale.
Sulle proposte di espulsione e commissariamento della Federazione della Toscana su cui abbiamo già pubblicato un intervento di Eugenio Baroni il 18 ottobre.
La risposta da parte della federazione genovese è stata immediata: “Innanzitutto sottolineiamo lo strano percorso utilizzato, sostanzialmente veniamo commissariati perché non abbiamo seguito la linea politica nazionale: una linea politica che ci ha portato ad una coalizione con PD, Europa + e Impegno Civico per le elezioni politiche scorse. Un’alleanza debole, improvvisata e raccogliticcia oltre che perfettamente inutile per contrastare le destre – si legge nella nota stampa – In tutte le assise pre elettorali avevamo proposto più volte un forte impegno del partito nella ricerca di un campo largo che raccogliesse tutta l’area progressista compreso il M5S; solo in questo modo sarebbe stato possibile contendere a Meloni e compagnia il governo del paese”.
“La segreteria nazionale ha proceduto a colpi di maggioranza – prosegue il comunicato – blindando una linea politica assolutamente inefficace e senza alcuna prospettiva politica. Ci siamo ritrovati in coalizione con partiti lontanissimi dalle nostra cultura e tradizione, fautori dell’invio di armi in Ucraina e mai impegnati seriamente a favore della Pace”.
L’iniquo sistema maggioritario ha preso piede anche all’interno di Sinistra Italiana, non ascoltando la base e i militanti, effettuando scelte tutte all’interno dei vertici per puro opportunismo poltronistico.
Una canzone di qualche tempo fa diceva: “Una politica che è solo far carriera…”