di Eugenio Baronti post su Facebook del 16/10/2022
TOSCANA RIBELLE
La Direzione nazionale di Sinistra Italiana con 25 voti a favore e 13 contrari ha deciso il commissariamento di Sinistra Italiana Toscana indicata come regione ribelle in quanto ha manifestato pubblicamente la sua contrarietà ad una alleanza elettorale innaturale con un PD centrista, liberista e ultra atlantista. Io personalmente ho pubblicato molti interventi critici, tra l’altro molto letti e condivisi e penso di avere esercitato un mio diritto dovere.
Ci siamo battuti e indignati perché è stato impedito agli iscritti di essere consultati sulla alleanza con PD, più Europa e con la lista personale fantasma di Di Maio, e questo è avvenuto nonostante che il nostro Statuto preveda obbligatoriamente la consultazione per stabilire le alleanze elettorali. Come se non bastasse mi dicono che il mio nome è stato portato dal segretario nazionale come esempio di persone da espellere, la cosa ha dell’incredibile ma sembra sia addirittura vera.
Dov’è il senso di responsabilità di un gruppo dirigente nazionale che a nemmeno un mese dalle elezioni apre uno scontro interno che sarà inevitabilmente pubblico e invaderà la rete con centinaia di post, esponendo tutto il partito ad una figura ridicola che finisce per avvalorare la versione più tragicomica e caricaturale di una sinistra che riesce a scindere persino l’atomo, affetta da una inguaribile sindrome autolesionista.
Questa brutta vicenda non danneggerà nessuno di noi dissidenti, il prezzo politico di questa scelta la pagherà per intero Sinistra Italiana, perché questo sarà uno sfregio alla sua immagine inferto a tutti e tutte e, di questo il gruppo dirigente, dovrà renderne conto a tutto il partito.
Qualcuno mi chiede, ma chi te lo fa fare di stare dentro un partito che assume questi provvedimenti?
Perché dovrei andarmene io? Non sono stati espulsi quei compagni che nelle ultime regionali hanno appoggiato il PD di Giani in Regione, si sono organizzati in partito con tanto di gruppo dirigente locale e regionale e si sono presentati alle elezioni con una lista diversa e alternativa. Sinistra Italiana non è di Fratoianni è di tutti e di tutte coloro che ci hanno investito tempo, lavoro e credono in un progetto politico. La cosa che più mi fa incazzare è che a contorno di tutta questa incresciosa e brutta vicenda, si riscontra tanta insopportabile ipocrisia da parte di questi moderni inquisitori che, nelle loro roboanti dichiarazioni pubbliche, si lasciano trasportare dalla retorica e da frasi fatte ad effetto come: le diversità di culture e di esperienze sono una ricchezza per il partito, il dissenso è il sale della democrazia e poi, messi alla prova, come si dice, “ qui casca l’asino”, si commissaria il partito di una intera regione.
L’opposizione interna all’alleanza con questo PD non era una piccola minoranza isolata, hanno impedito la consultazione degli iscritti perché avevano paura di perderla. L’alleanza è stata approvata dalla maggioranza di un’assemblea nazionale eletta all’ultimo congresso cioè in un’altra epoca storica, perché quello che nel frattempo è successo ha cambiato radicalmente la fase e lo scenario politico italiano ed europeo.
Io, comunque, non me ne vado, e chiedo a tutti quei compagni e compagne che hanno condiviso il nostro dissenso di rimanere, anzi chiedo a quelli che, a seguito della scelta elettorale, si sono allontanati di rimanere e ritornare dentro, c’è bisogno di tutti e di tutte per dare continuità a questa nostra battaglia. Ringrazio e abbraccio Alessia Petraglia una vera segretaria e tutto il coordinamento regionale, è stato un privilegio per me essere uno di loro. Io continuerò a partecipare regolarmente a tutti gli appuntamenti del partito, vengano i commissari di Fratoianni a buttarmi fuori, voglio vedere proprio come faranno.