di Paola Baiocchi
Thomas Sankara era nato il 21 dicembre 1949 a Yako, nello stato dell’Alto Volta – una colonia francese nell’Africa subsahariana occidentale che la madrepatria sfruttava come bacino di reclutamento di manodopera sia per le piantagioni dei vicini Mali e Costa d’Avorio, sia a fini militari. Un paese con un’aspettativa media di vita di 44 anni e un tasso d’analfabetismo che sfiorava il 100%.
Thomas Isidore Noël Sankara fortunatamente potè studiare, frequentando il liceo e l’accademia militare. Nel 1981, accettato l’incarico di segretario di Stato per l’Informazione nel governo di Saye Zerbo, si dimise dopo solo due mesi, denunciando l’elevatissimo tasso di corruzione e di abusi: per questo fu arrestato. Due anni dopo, con un cambio di regime, la coalizione di militari salita al governo lo nominò primo ministro.
In tale veste Sankara, di ispirazioni marxiste, aderì al Movimento dei Paesi non allineati di cui facevano parte, tra gli altri, l’Egitto di Nasser e la Jugoslavia di Tito. Sempre da primo ministro, il giovane Sankara si avvicinò a Paesi come Cuba e Libia, con la quale strinse accordi di cooperazione economica e militare sotto la presidenza del colonnello Muammar Gheddafi.
Da presidente nel 1983 cambiò il nome del paese da Alto Volta in Burkina Faso («Paese degli uomini onesti») e avviò una politica di lotta alla corruzione e alla povertà. Promosse la riduzione delle differenze salariali e imponenti campagne di vaccinazione e alfabetizzazione. Senza tralasciare cultura, ambiente e diritti delle donne, che per Sankara erano “doppiamente sfruttate, dall’imperialismo e dall’uomo”: vennero aboliti matrimoni forzati e poligamia, introdotti divorzio e parità di genere, combattendo le mutilazioni genitali femminili e facendo salire le donne ai vertici dell’amministrazione.
Creò una Repubblica democratica popolare e definì la sua rivoluzione antimperialista, ispirata ad afro-socialismo e solidarismo. Fu fautore del panafricanismo e dell’abolizione del debito dei paesi in via di sviluppo. Fu ucciso nel corso di un golpe militare guidato da Blaise Compaoré, ex compagno d’armi che lo sostituì instaurando una dittatura durata 27 anni.
Come si vedrà nella coraggiosa e bellissima inchiesta di Silvestro Montanaro (“C’era una volta” rai3 – 18/01/2013) a muovere i fili del golpe che ha portato all’uccisione di Sankara ancora una volta c’erano uomini degli Stati Uniti addestrati dalla Cia.