di Andrea Montella
In Italia secondo l’Istat sono ben 14 milioni le persone a rischio di povertà, con il Mezzogiorno al vertice di questa tendenza, raggiungendo il 41,2 %
Il rischio di povertà e esclusione sociale è più consistente tra le persone che vivono nelle famiglie numerose, con cinque o più componenti.
Nei nuclei con tre o più figli, infatti, il rischio arriva al 41,1% nel 2021, in netto aumento rispetto al 34,7% del 2019. Anche le persone sole sono sopra la media, con il 30,6%.
Nelle famiglie monogenitoriali il rischio arriva al 33,1%, anche in questo caso in forte aumento rispetto al 2019, quando erano il 34,5%.
I nuclei con almeno un cittadino straniero presentano un rischio di povertà o esclusione sociale sensibilmente più elevato: il 42,2%.
Mentre l’industria, fa registrare un aumento della produzione ad agosto (+ 2,9%). Simulazione Istat su impatto caro energia: rischio perdite per l’8,2% delle aziende.
I settori che letteralmente volano sono: farmaceutica, elettronica e abbigliamento.
Quindi verso quali classi sociali dev’essere indirizzato lo sforzo politico ed economico del governo?
Lavorare 8 ore al giorno e con bassi salari, come avviene oggi, è ancora praticabile.
Se vogliamo realmente ridurre la disoccupazione e quindi la povertà serve una forte riduzione dell’orario di lavoro accompagnato da un forte aumento salariale.
Ma per fare questo vi sembra che i governi incostituzionali e piduisti della seconda Repubblica siano nati per fare tutto questo? Se lo pensate avete dei Meloni nella testa al posto del cervello.
Lasciare in mano tutto il sistema politico e lo Stato ai fascisti, quello energetico e produttivo ai capitalisti e ai banchieri vi sembra una cosa intelligente, visti i risultati prodotti dal massone Mario Draghi?
Ritornare con una seconda lotta di Liberazione, alla Costituzione del 1948 e alla legalità della Prima e democratica Repubblica, quella antifascista nata dalla Resistenza, è un dovere se pensiamo al nostro futuro e a quello dei nostri figli e nipoti.