lunedì, Settembre 25

DIMMI CON CHI VAI E TI DIRO’ CHI SEI

La Redazione 

Il fascista statunitense Steve Bannon con l’erede di Salò, Giorgia Meloni, che continua, nonostante le sue frequentazioni statunitensi, a svicolare la sua adesione all’ideologia fascista, sappiamo essere al “guinzaglio” dal 2021 del massonico e atlantico Aspen Institute; come, prima di lei, Mussolini, legato mani e piedi dai dollari della statunitense Sinclair Oil del banchiere John P. Morgan e alla Standard Oil dei Rockefeller, fondatori della Trilateral nel 1973, con il nonno di John Elkann, Gianni Agnelli. Tutti uniti i massocapitalisti nel mettere al potere Mussolini in Italia, Hitler in Germania e Franco in Spagna, ma uniti anche nel secondo dopoguerra nella Strategia della tensione anticomunista a livello europeo che ha prodotto in tutta Europa, ma in particolar modo in Italia, miglia di morti e feriti.

Noi comunisti non dimenticheremo chi ha prodotto questa pericolosa incostituzionale e costante deriva a destra.

Ai traditori della Costituzione ricordiamo che nelle Disposizioni Transitorie e Finali si afferma all’articolo XII:

“È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”. Ribadiamo per chi è duro di comprendonio il “sotto qualsiasi forma”.

Se ai massocapitalisti servono i nazifascisti in versione moderna per portarci alla terza guerra mondiale, a noi comunisti e ai veri democratici serve una seconda e moderna lotta di Liberazione…

IL DELITTO MATTEOTTI: PETROLIO, SAVOIA E FASCISMO

di Gianni Lannes tratto da https://www.socialismoitaliano1892.it/2018/11/20/il-delitto-matteotti-petrolio-savoia-e-fascismo/

“…Nel 1923 la Anglo-Iranian Oil Company, società petrolifera di proprietà del governo di Londra, decide di scalzarne una fetta con un’efficace concorrenza, peraltro gradita. Peccato che Gelasio Caetani, ambasciatore italiano a Washington, si fece portavoce di un’altra azienda statunitense, la Sinclair Oil, precedentemente sostenuta da alcuni dei principali gruppi finanziari di New York, come la banca di John Davidson Rockefeller, presidente e fondatore della Standard Oil, la quale, con quello che si può definire come un colpo di mano, riesce a spuntare col neonato governo fascista – una coalizione di centro-destra composta dalle varie anime del liberalismo conservatore italiano, dai fascisti, dai nazionalisti e dai cattolici popolari – una Convenzione a costi più alti dell’azienda inglese. Non saranno pochi fra i deputati delle opposizioni a chiedersene il perché, e la cosa insospettì l’Anglo-Iranian Oil Company. Nonostante questo il governo continua le trattative, arrivando ad una Convenzione, fatta approvare ad un Consiglio dei Ministri poche settimane dopo le elezioni del 1924. La Sinclair Oil, con questa Convenzione, ottenne così l’esclusiva per la ricerca e lo sfruttamento di tutti i giacimenti petroliferi presenti nel territorio italiano, come in Emilia e in Sicilia. La Sinclair ottenne molti vantaggi per poter effettuare scavi in tutta la penisola, come una durata novantennale della concessione e l’esenzione dalle imposte. In cambio di tangenti, la Sinclair avrebbe inoltre ottenuto di non permettere a un ente petrolifero statale – ergo, italiano – di intraprendere trivellazioni nel deserto libico, colonia italiana. Il governo italiano scelse come mediatori per trattare con la Sinclair dei politici del Pnf, degli imprenditori e dei diplomatici come, ad esempio, i Ministri dell’economia nazionale Orso Mario Corbino e dei lavori pubblici Gabriello Carnazza, che avevano dei conflitti d’interesse in quanto legati tra di loro da imprese commerciali (molte delle quali, guarda caso, in Sicilia) e imprese con diversi gruppi finanziari ed aziendali statunitensi (tra cui la casa Morgan, uno dei finanziatori della Sinclair Oil)…”

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