di Nora Montella
Se rifletto sulla presenza femminile nella politica europea dal dopo Guerra ad oggi, non soffermandomi dunque solo sulla politica italiana, noto che è praticamente irrisoria rispetto al numero dei colleghi di sesso maschile. Nel 2022, in un Occidente promotore di “democrazia”, la partecipazione politica delle donne scarseggia, riflettendo millenni di esclusione sociale da cui ancora non ci siamo liberate e liberati. Tutto questo accentuato da un sistema socio politico economico perverso che si basa e si alimenta sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo.
Il sistema che esclude ed isola le donne dalla vita politica dei vari paesi europei, è lo stesso che le finanzia e le sfrutta a proprio vantaggio alla sola condizione che siano in linea con i valori massocapitalistici.
Da Margaret Thatcher, Hillary Clinton, Kamala Harris, Angela Merkel o Giorgia Meloni, tutte hanno servito o servono il sistema capitalistico a favore dei padroni.
Kamala Harris, vicepresidente degli Stati Uniti, dichiara: “In qualità di membro dell’Intelligence Committee e dell’Homeland Security Committee del Senato, sono profondamente coinvolta nell’assicurare che le relazioni israeliane-americane rimangano forti. E sono orgogliosa di stare fortemente dalla parte degli alleati più importanti dell’America. Quindi lasciatemi essere chiara su ciò in cui credo. Israele è un amico e alleato fondamentale degli Stati Uniti. Sto dalla parte d’Israele sia per i nostri valori condivisi, che sono fondamentali per entrambe le nostre nazioni, sia perché credo che i legami tra il popolo degli Stati Uniti e il popolo d’Israele siano indissolubili”. “Farò tutto ciò che è in mio potere per assicurare un sostegno ampio e bipartisan per la sicurezza di Israele e il diritto all’autodifesa”. Sul conflitto, la Harris afferma che “l’unica soluzione praticabile e l’unico modo in cui Israele può rimanere uno Stato ebraico e democratico sono due Stati per due popoli che vivono fianco a fianco. I palestinesi dovrebbero essere in grado di governarsi nel proprio Stato”. (https://moked.it/blog/2020/08/12/israele-nostro-alleato-fondamentale-la-politica-estera-di-kamala-harris/)
Donne guerrafondaie, fasciste, a favore dell’individualismo, dell’odio tra popoli, del sistema capitalistico, delle privatizzazioni, delle aziende ma a discapito dei lavoratori, della Borsa, dell’economia di mercato; a favore di tutto tranne che dei proletari. Nessuna di queste donne ha offerto un modello alternativo a quello vigente, nessuna ha promosso modelli di collaborazione, di statalizzazione, di autogestione dei mezzi di produzione. Nessuna di queste donne è uscita dagli schemi massocapitalistici, ma anzi li ha rafforzati.
Questa è la dimostrazione che il sistema capitalistico non permette una partecipazione libera delle donne alla vita politica: i dati relativi alla presenza femminile negli organi costituzionali italiani parlano del 35%. Nel 2018, infatti, risultano elette in Parlamento 334 donne (225 alla Camera e 109 al Senato). Questo risultato, per nulla rassicurante, ci pone oltre la media dei Paesi Ue, che risulta pari al 32,8%.
Mi sembra evidente che sia necessario ridiscutere la politica italiana ed estera in un’ottica di espansione dei diritti e delle opportunità sociali, ricreando in Italia un partito politico che rappresenti i valori della nostra Costituzione, antifascista ed egualitaria, e in cui “E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese” (art.3 comma 2 – Costituzione italiana).