l’ex direttore della ROTHSCHILD AG di Zurigo e il mistero della morte di Roberto Calvi e dei rapporti con Licio Gelli
tratto da Il Mondo – 18 ottobre 1993
Le sue dichiarazioni in gennaio avevano avuto l’effetto di una bomba. Juerg Heer, ex direttore della Rothschild AG di Zurigo, aveva affermato di aver consegnato 5 milioni di dollari agli assassini di Roberto Calvi su ordine di un uomo della P2. Lo stesso Heer si era definito uomo di fiducia di Licio Gelli per i traffici esteri del Banco ambrosiano.
Alcuni mesi dopo si era sparsa una voce ancora più clamorosa: Herr era in Italia e aveva cominciato a collaborare con gli inquirenti italiani che, a 11 anni dal giugno 1982, ancora tentano di risolvere il mistero della morte di Calvi a Londra. In realtà, il banchiere svizzero è sparito nel nulla da almeno sei mesi, prima di potere rivelare ai magistrati della procura di Roma, titolari dell’inchiesta, il nome del mandante dell’omicidio. La scomparsa di Heer ha dato luogo a una serie di ipotesi ma nessuna di esse si fonda su elementi concreti. Di sicuro sembra si possa escludere che il banchiere stia collaborando con le forze di polizia o con i servizi segreti. Sismi e Sisde, interpellati dai giudici, hanno negato di essere in contatto con il testimone. L’ipotesi di una fuga è resa consistente dalla liquidazione, affidata da Heer alla casa d’aste Sotheby’s, di un parco macchine del valore di 80 miliardi.
CASSAMARCA
Il presidente scaccia Licio Gelli Dino De Poli, presidente di Cassamarca, la Cassa di risparmio della provincia di Treviso, lo ha detto a chiare lettere: “Mai più Licio Gelli nelle nostre filiali”. Poche parole per chiudere una polemica nata dalla protesta di un docente di Castelfranco Veneto, Enzo Guidotto, noto per il suo impegno nei coordinamenti dell’antimafia. Guidotto, senza nascondere la sua indignazione, aveva intimato a De Poli di vietare la distribuzione del periodico Il Piave dai tavoli delle agenzie della Cassamarca. Il Piave è un giornale che può contenere di tutto, dal fondo contro il presidente della repubblica alle cronache della bocciofila di paese. Vi collaborano industriali ed ex sindaci della zona, ma soprattutto, come assiduo opinionista, l’ex venerabile della loggia P2, Licio Gelli. E l’ultimo numero del Piave è stato pure sequestrato dai carabinieri per vilipendio al capo dello stato. Redo Cescon, il direttore del periodico che è edito a Conegliano da I crociati del Piave, è stato sentito come teste dal giudice veneziano Felice Casson nell’ambito di un’inchiesta sulla massoneria veneta. Non solo. La redazione è stata perquisita recentemente dalla Guardia di finanza, che cercava alcuni riscontri contabili sulle fonti di finanziamento della casa editrice. Una perquisizione che Gelli non ha affatto gradito e per la quale ha protestato vivacemente.
CAMSTE
Minella rientra in societa La base l’ha invocato a gran voce e i dirigenti della Camst, il gigante della ristorazione legato alla Lega delle cooperative, prendendone atto hanno deciso di richiamarlo. Per Marco Minella, l’ex presidente allontanato dopo la vicenda tangenti che lo vede ancora indagato per l’inchiesta sullo scandalo delle mense di Firenze, è stato creato un incarico speciale: sarà segretario generale. In realtà la Camst ha riaffidato a Minella la carica di general manager col compito di frenare il calo del fatturato di questi mesi. Stando alle analisi fatte dal management cooperativo, a fine 1993 i ricavi dovrebbero assestarsi sui 186 miliardi, contro i 225 dell’esercizio precedente. Calano i clienti, gli incassi dei self service, dei ristoranti e degli snak bar e per non perdere ulteriori posizioni i soci del gigante della Lega hanno voluto Minella che, in 16 anni di presidenza, aveva portato Camst a 320 miliardi di fatturato consolidato, arrivando a prevedere per il 1986 il primato nazionale nelle società di ristorazione. A far posto al manager è stato Franco Elmi, direttore generale, dirottato nella stessa carica ricoperta negli ultimi mesi da Minella: presidente della controllata Finrest. A lui è stata affidata anche la presidenza di Ristoservice, altra consociata che si occupa di buoni pasto. Un passaggio di consegne definito un “normale avvicendamento”, ma nella realtà dei fatti giustificato dalla crisi che sta accusando anche un gruppo come Camst, terzo polo italiano nel settore, 22 milioni di pasti serviti all’anno e 2.700 dipendenti. Come presidente della cooperativa bolognese resta, ancora, un dirigente storico il cinquantenne Franco Zecca.
ASEM
La salvezza arriva con un socio Dopo un anno e mezzo di crisi e un travagliato periodo alla ricerca di un nuovo partner per ricostituire il capitale, per la Asem di Buia, in Friuli (ex azienda prodigio dei personal computer), si avvicinano tempi migliori. L’assemblea degli azionisti, che dovrebbe svolgersi il 14 o il 15 di ottobre, sancirà infatti l’ingresso di un nuovo socio finanziario, che parteciperà alla ricapitalizzazione insieme al fondatore, Renzo Guerra (che deteneva il 35% prima dell’abbattimento del capitale) e alla Friulia, la finanziaria regionale, che era presente con il 27%. Usciranno invece definitivamente la Cofilp, merchant bank della Popolare di Novara, e la Cordusio, società fiduciaria dietro la quale si celava la società fiorentina Hantarex di Luciano Meoni, che dal marzo 1992 detenevano insieme il 64% del capitale. La Asem era, fino al 1991, il secondo produttore italiano di personal computer dopo l’Olivetti e deteneva una quota del 4 5% del mercato. Nata nel 1979, era stata protagonista di una crescita straordinaria passando da 40 miliardi di fatturato nel 1987 a oltre 85 nel 1991. Il 1992 invece si è chiuso, dopo la cessione di società minori, con un fatturato di 45 miliardi e la perdita di 9 miliardi, mentre la Hantarex decideva di uscire dal settore dei personal computer.