Le rivelazioni di Angelo Izzo uno dei criminali del Circeo, nella relazione della Commissione sui fenomeni criminali presieduta da Nicola Morra. Il ruolo del gruppo della “Rosa Rossa“, di quello “satanico-nazista“ dei “Nove Angoli“, dedito ai sacrifici umani e del medico massone Francesco Narducci
di Andrea Montella

Il 13 ottobre 1985 viene ripescato nel lago Trasimeno un corpo riconosciuto come quello di Francesco Narducci. Ma era una messa in scena
Esiste un nesso tra l’ideologia massocapitalista e il mostro di Firenze?
Quando, come comunisti, attacchiamo il sistema capitalistico non lo facciamo senza cognizione di causa, ma perché ne abbiamo acquisito il massimo della conoscenza possibile, sino a giungere a capirne i più segreti intenti. Noi sosteniamo che per sconfiggere questa classe, che racchiude in sé molti aspetti criminali, occorre conoscerne esattamente i meccanismi che può mettere in campo in tutti gli ambiti della società tramite il suo unico partito, la massoneria. Senza mai dimenticare che per i massocapitalisti far uso di ogni tipo di violenza non è, e non sarà mai, un problema.
Basta osservare la deriva nazifascista di tutto l’Occidente da loro controllato.
Questo partito che si camuffa da centrale del libero pensiero è in realtà la principale e più sofisticata, organizzazione criminale esistente al mondo. E’ in essa che vengono elaborate e quindi albergano tutte quelle teorie antiumane, come il razzismo e il neoliberismo antiproletario che sono serviti e servono a produrre e riprodurre ciclicamente in nuove forme il nazismo e il fascismo, sempre utili alle classi al potere.
Per detenere il potere occorre avere schiere di persone asservite e pronte ad ogni evenienza, capaci dei peggiori crimini. Queste vengono accuratamente selezionate all’interno di quei comparti della massoneria e successivamente dello Stato, come i servizi segreti, dove la ricattabilità e il controllo sono totali, per avere la certezza di una fedeltà assoluta.
La vicenda del mostro di Firenze rientra in una di queste condizioni descritte.
Anche nel nostro paese esiste un’elevata presenza di persone formate da questi ambienti massonici con lo scopo di creare particolari situazioni di instabilità sociale. Persone mosse da una crudeltà senza limiti e legate appunto a formazioni politiche che si rifanno alla massoneria, al nazismo e al fascismo. Persone come quelle che sono state arrestate nelle vicende legate alle stragi di Piazza Fontana, Piazza della Loggia a Brescia, la Stazione di Bologna e di terrorismo sia di destra che di “sinistra”. Ma anche nei fatti attribuiti essenzialmente alla mafia, come la strage di Capaci o di via D’Amelio. Nella criminalità economica e ambientale. Nei crimini legati alla violenza sessuale, come nel caso Epstein. Sia negli omicidi selettivi di politici scomodi come Martin Luther King, Indira Gandhi, Olof Palme, Benazir Bhutto, Aldo Moro, ecc.
A sostegno del mio ragionamento, allego alcuni articoli riguardanti il mostro di Firenze e fatti in cui sono evidenti gli elementi che vi ho descritto.
Mostro di Firenze: le rivelazioni choc di Angelo Izzo, il killer del Circeo
di Stefano Brogioni
La Nazione, 20 settembre 2022 – Dalle “rivelazioni“ di Angelo Izzo sulla scomparsa, in Cadore, di Rossella Corazzin, ai delitti del mostro di Firenze, passando attraverso i misteri del lago Trasimeno e del medico perugino Francesco Narducci. C’era lui, il gastroenterologo di blasonata famiglia, “nel cuore di varie e complesse storie criminali, rimaste tutte o in parte insolute”, conclude la commissione sui fenomeni criminali presieduta da Nicola Morra, in una relazione che farà molto discutere. Per un’ipotesi senz’altro suggestiva: lo scambio di cadavere, andato in scena sul pontile di Sant’Arcangelo la mattina del 13 ottobre del 1985, sarebbe servito a coprire la fuga all’estero del medico perugino, ormai a un passo dall’essere scoperto per il coinvolgimento nei delitti fiorentini. Intorno a Narducci, ipotizza ancora la commissione, c’era un mix di massoneria, eversione ed esoterismo, dove spunta perfino l’ultimo degli indagati: il pratese Giampiero Vigilanti. Ma prima di arrivare all’ex legionario e alle nuove “verità“ sui delitti e su quegli anni, bisogna riavvolgere il nastro e conoscere quello che un altro mostro, quello del Circeo, ha raccontato all’organo parlamentare.
La setta che uccide. Il 6 ottobre dell’anno scorso la commissione si è recata nel carcere di Velletri da Angelo Izzo, autore, nel 1975, con Andrea Ghira e Gianni Guido, del massacro del Circeo. Ai commissari, Izzo ha ribadito quella che aveva già detto al procuratore di Roma Prestipino prima, e a quello di Belluno Pavone poi (ma tutte le inchieste si erano concluse con un’archiviazione), ovvero di un coinvolgimento di Narducci nel rapimento della giovane donna, scomparsa da Tai di Cadore un mese prima della barbara uccisione di Rosaria Lopez sul litorale pontino. Secondo Izzo, la Corazzin dopo essere stata rapita, sarebbe stata portata nella villa dei Narducci sul Trasimeno. Il killer del Circeo ha fornito alcuni dettagli sulla location, che la commissione ha verificato e che sarebbero indice di una reale conoscenza del luogo e non frutto di fantasie del soggetto: una strada bianca per arrivare, la collocazione delle stanze, una terrazza coperta che guardava il lago dove si sarebbe consumata la “cerimonia“ conclusasi con l’omicidio della Corazzin.
Esoterismo e nazismo. Izzo, poi, riferisce di aver conosciuto Narducci nella chiesa templare di San Bevignate, a Perugia, e di averlo poi incontrato a delle riunioni monarchiche che si tenevano negli anni ’70 in provincia di Arezzo. Il medico avrebbe inoltre fatto parte del gruppo della “Rosa Rossa“ (associazione già affiorata nelle passate inchieste sul “mostro“) e di quello “satanico-nazista“ dei “Nove Angoli“, dedito ai sacrifici umani.
Il delitto di Rabatta. E proprio in questo contesto “satanico“ che sarebbe maturato il duplice omicidio del 14 settembre del 1974 in Mugello. Narducci, ha detto ancora Izzo, gli avrebbe descritto gli aspetti “esoterici” dell’uccisione di Pasquale Gentilcore e Stefania Pettini, ritenuto dalla commissione – che tende ad escludere dalla serie il delitto di Signa del 1968 attraverso vecchie carte scovate in procura – la “genesi“ del killer fiorentino. Per corroborare la tesi – a cui ha partecipato come consulente anche l’ex pm Giuliano Mignini – del coinvolgimento di Narducci negli omicidi, i commissari hanno anche ascoltato, nella rsa di Prato in cui si trova, l’ultranovantenne Vigilanti. Il quale ha confermato – in mezzo ad altre afffermazioni inverificabili – quanto già detto alla stampa, cioè che la notte del delitto di Calenzano (22 ottobre 1981) lui e il medico fossero in macchina insieme in zona Travalle.
La grande messinscena. Ma la relazione della commissione prova a dare una spiegazione alla “fiction“ andata in scena sul pontile di Sant’Arcangelo il 13 ottobre 1985. Quel cadavere gonfio, incompatibile con i pantaloni 48 slim scoperti alla riesumazione, non era di Narducci, ma forse quello di un messicano, morto tre anni prima. Il giorno in cui Narducci raggiunse il lago, da solo, si sarebbe dovuta consumare la sua fuga, dettata dall’esigenza di sottrarsi alle indagini sul mostro: un’altra imbarcazione lo avrebbe prelevato e da lì sarebbe iniziato il suo dileguarsi. “Il piano di fuga tuttavia fallisce”, scrive la commissione, anche se “non è agevole capire di preciso quando né perché”. Un’ipotesi: “Il medico viene raggiunto da più emissari del suo gruppo e da questi ucciso. La famiglia viene costretta a subire il delitto sotto ricatto”. Ricatti che la massoneria “oltranzista” avrebbe esercitato anche per non far effettuare l’autopsia sul “falso“ cadavere, altrimenti la messinscena sarebbe fallita. Oppure un’altra prospettiva: che la fuga sia riuscita e che Narducci sia stato ucciso successivamente. La relazione è stata trasmessa anche in procura.
“Per fare sesso con il principe Andrea mi pagarono 10mila sterline”
Virginia Roberts che fu costretta a essere la “schiava sessuale” di Epstein, miliardario condannato per pedofilia, ha raccontato di aver incontrato il reale a 15 anni.

La Stampa, 4 gennaio 2015 – Diecimila sterline in contanti. Tanto avrebbe dato Jeffrey Epstein alla minorenne Virginia Roberts per i suoi tre «incontri sessuali» con il principe Andrea. Sarebbe la stessa donna, secondo quanto riportato dal tabloid britannico Mirror, ad aver rivelato nella denuncia presentata per abusi sessuali contro il finanziare americano dettagli più o meno scabrosi dei suo rapporti con il fratello di Carlo.
«Non è stata proprio violenza sessuale, ma neanche un atto d’amore. Era una cosa del tipo “facciamo quello che dobbiamo fare”», avrebbe raccontato la Roberts, oggi 29enne, spiegando che la prima volta che incontrò il principe fu 14 anni fa durante un viaggio a Londra con Epstein. Quindi appena 15enne.
In quell’occasione, avrebbe rivelato, lei il principe andarono a cena al Tramp nightclub. «Mi ha offerto un cocktail e mi ha chiesto di ballare. Poi mi ha palpato il seno e il sedere», avrebbe detto Virginia secondo il tabloid. Poi sono tornati a casa dell’amica comune Ghislaine Maxwell, figlia del tycoon Robert, dove hanno avuto il loro primo rapporto sessuale. Di questa notte ci sarebbe anche una foto che ritrae il principe a torso nudo che cinge Virginia. Il loro secondo incontro sarebbe avvenuto a Pasqua a New York. E quindi il terzo ed ultimo incontro «durante un’orgia» sull’isola privata di Epstein nell’arcipelago delle Vergini.
Intanto Buckingham Palace torna a prendere le difese del principe Andrea, dopo le accuse di una donna che sostiene di essere stata costretta ad avere rapporti sessuali con lui quando era minorenne. Si tratta, afferma il palazzo reale, di supposizioni “false e senza fondamento”. La nuova presa di posizione arriva dopo le ultime pubblicazioni di alcuni media nazionali che hanno rivelato dettagli delle interviste alla donna. Inizialmente Buckingham Palace aveva affermato che “ogni ipotesi di comportamento scorretto con minorenni” da parte del duca di York è “categoricamente falsa”. In una seconda nota emessa la scorsa notte, un portavoce della casa reale nega i fatti e per la prima volta fa riferimento al nome della donna, finora tenuto nascosto dalla carta processuali. Il duca, afferma il portavoce, non ha mai “avuto nessuna forma di contatto sessuale o relazione con Virginia Roberts”.
L’accusa scaturisce da una denuncia negli Usa contro il miliardario americano Jeffrey Epstein, condannato per pedofilia. Due anni dopo il rilascio di Epstein dal carcere, avvenuto nel 2007, il duca di York era stato fotografato assieme a lui. La loro amicizia fu fonte di controversie. La donna ha dichiarato che tra il 1999 e il 2002 “fu costretta ad avere rapporti sessuali” con il principe “quando era minorenne”, a Londra, a New York e su un’isola privata dei Caraibi di proprietà di Epstein. L’allora ragazzina sarebbe stata costretta a essere una “schiava sessuale” di Epstein. Questi è accusato di aver abusato di lei ripetutamente, sul suo jet privato e in case di lusso. Dallo scoppio dello scandalo, il Mail on Sunday e il Sunday Mirror hanno pubblicato dettagli delle interviste date dalla vittima degli abusi negli ultimi anni, in cui parla di tre presunti incontri con il duca.