lunedì, Settembre 25

“PERCHE’ NON SONO PIU’ MASSONE”

Discorso col quale Allende il 2 giugno 1965 dà le dimissioni dalla massoneria. Come il nonno era stato due volte Gran maestro Serenissimo della Loggia Nazionale

di Maurizio Chierici tratto da Quaderni dell’America Latina/2 – Allende L’altro 11 settembre / 30 anni fa

“Spero che l’ultimo contatto con la Confraternita sia di qualche utilità.

Come massone attivo ho sempre cercato di pensare ad alta voce allo scopo di chiarire concetti ed evitare i dubbi di chi si avvicina alla massoneria attratto dai suoi principi morali. Dal punto di vista genuinamente teorico, la massoneria è una istituzione perfetta. Ma questo mondo ideale può aiutare l’uomo reale, l’uomo comune che affronta gli imperativi della vita quotidiana?

I massoni proclamano uguaglianza, libertà e fraternità come somma sintesi della convinzione collettiva. Possiamo, con onestà intellettuale, immaginare che la composizione delle nostre logge rifletta la società cilena e dei nostri giorni? La mia risposta è negativa.

Nella massoneria si combinano solo elementi borghesi o di chi aspira ad essere borghese. E’ una constatazione. Possiamo restare indifferenti davanti alla mancata rappresentanza della classe operaia? Si tratta forse di un fenomeno accidentale? Non lo è. L’assenza di elementi estranei alla borghesia resta radicale, e la situazione tende ad aggravarsi. Accogliamo nelle logge, in forma continuativa, giovani studenti ed intellettuali in marcia verso il futuro? Ho l’impressione che le risposte siano ancora negative. Possiamo emarginare le aspirazioni di queste folle? No, e per una ragione semplice. La scienza apre aspettative avanzate e continua ad aprirle: siamo in grado di dar vita a sistemi che proteggano ed incentivino l’umanismo. La libertà di oggi non può essere la libertà spirituale e personale di ieri. Ieri la gente privilegiata da censo, sensibilità e cultura, si limitava a difendere l’egemonia della propria coscienza mentre le masse languivano al margine dei propositi eccellenti. A mio parere l’impegno massonico di oggi deve essere una missione aperta ed eccelsa: senza annunci teorici. Ha l’obbligo di coinvolgere i propri affiliati nell’impegno pratico di una uguaglianza e fraternità che portino sollievo ad una società sfinita da troppi poteri, con salari insufficienti, mancanza di case, lavoro che contempla la speculazione implicando pericoli ed infermità.

Bisogna che la massoneria si impegni contro le oligarchie, il feudalesimo agrario, la concentrazione dei monopoli con regole antiumane e antisociali.

E’ indispensabile che tutti abbiano la possibilità di avere accesso all’intera cultura. Viviamo in un sistema che non integra uomini liberi e di buoni costumi, ma costringe ad alienazione, frustrazione e miserie gran parte della gente. Può la massoneria chiudersi nelle sue logge e non cambiare in questo senso il mondo? In quanto politico militante ho due scelte: adattarmi alla meschinità e tacere, oppure disconoscere il mio impegno in questa massoneria.

Non sono il tipo che tace e vi propongo con franchezza il messaggio col quale comunico ufficialmente le dimissioni.

Vorrei che le parole venissero accolte nella giusta dimensione e possano servire come incentivo per legittimare l’inquietudine di tanti fratelli”.

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