di Nora Montella
La società, ricca di diseguaglianze, non permette agli individui il pieno sviluppo della persona, come prevede l’art.3 comma 2 della Costituzione italiana. Se infatti analizziamo la condizione delle donne nel mondo del lavoro: al suo interno troviamo un dislivello con i colleghi uomini – la differenza tra il salario annuale, a parità di lavoro, è del 11%, fino al 45% nel caso delle libere professioniste. Anche nei licenziamenti c’è Gender Gap (dislivello di genere); l’Istat dichiara che durante la pandemia su 101 mila disoccupati, 99 mila sono donne. La pandemia ha evidenziato le discrepanze presenti nel sistema economico vigente, il capitalismo, che crea volutamente diseguaglianze con lo scopo di produrre profitto sulla pelle dei proletari e delle proletarie. Non è possibile che le donne subiscano tutt’oggi discriminazioni quando hanno maggiori livelli di istruzione degli uomini: infatti si laureano in meno tempo e con voti più alti! Il non risolvere questi disagi sociali produce a cascata altri problemi, dal blocco delle nascite, alla mancanza di diritti – si pensi alla maternità o alle iscrizioni GRATUITE agli asilo nido. Ma la discriminazione su cosa si fonda?! Le donne “potenti” sono donne a servizio del sistema stesso: Angela Merkel ne è una dimostrazione lampante. Questo ragionamento estendiamolo ad altre categorie, come stranieri o omosessuali. Negli Usa, paese con problematiche di razzismo, avere avuto Obama come presidente non ha creato problemi, perchè ricco. In Italia, gli omosessuali fanno fatica ad integrarsi nella nostra società perchè considerati diversi, ma se è Valentino o Armani a dichiararsi gay, per nessuno sono criticabili. Il problema nasce dalla classe sociale di appartenenza. Il capitalismo spinge nel mantenere attive queste differenziazioni che ci condizionano a livello sociale. Ecco perchè, tramite il materialismo storico si può studiare la realtà che ci circonda in tutte le sue sfaccettature. Ma soprattutto, dà coscienza su quale possa essere la soluzione, ovvero una società comunista, in cui la distribuzione delle ricchezze, è la base della sopravvivenza.