domenica, Ottobre 1

COSA CI FANNO I FASCISTI DENTRO UNIONE POPOLARE?

di Redazione

All’interno della coalizione Unione popolare legata a De Magistris, c’è il simbolo di Risorgimento Socialista, che non dirà molto alla maggioranza delle persone, ma è una presenza inquietante che affonda le sue radici nel passato della destra più estrema e pericolosa, quella dello stragismo e dell’eversione.

Ha analizzato chi sono i personaggi che animano Risorgimento Socialista la giornalista e saggista, Claudia Cernigoi, nel post di Facebook che riportiamo:

31 luglio alle ore 09:29

A PROPOSITO DI RISORGIMENTO SOCIALISTA.

di Claudia Cernigoi

Nella pagina di un amico FB ho trovato l’intervento di tale Pietro Sollecchia che ha parlato dell’adesione di Risorgimento Socialista alla coalizione elettorale che si sta costruendo attorno a De Magistris, al momento denominata Unione popolare.

Risorgimento Socialista è un raggruppamento che sostiene di richiamarsi ai valori del Partito socialista italiano ed a fianco di dichiarazioni con contenuti antiliberisti si dichiara orgoglioso della Patria italiana; in alcuni punti dà l’impressione di avere delle tendenze sovraniste (anni fa erano favorevoli all’uscita dall’Euro).

Tutto ciò non sarebbe un problema, non fosse che nella redazione della rivista loro collegata (Quaderni di Risorgimento Socialista) non fosse presente un nome piuttosto “imbarazzante”, quello di Biagio Cacciola.

Biagio Cacciola: negli anni ’60 esponente del FUAN Caravella a Roma (quello che organizzò i noti scontri di Valle Giulia cui parteciparono molti fascisti, uno per tutti Stefano Delle Chiaie), che cercò già allora un’alleanza operativa con gli studenti di sinistra; progetto che portò avanti nella sua militanza in Lotta di popolo (fine anni ’70 venne anche a Trieste a cercare contatti con l’allora Autonomia operaia), e poi all’epoca del G8 di Genova, quando si vantò di essere sceso in piazza assieme ai NOglobal. 

Cacciola a fine anni 90 fece parte del ricostituito Fronte nazionale di Tilgher, ma ne uscì perché le sue idee di collaborazione con le “sinistre” (in perfetta coerenza con la linea politica detta, con un termine orribile, “nazimaoista” di Franco Freda) non erano accettate. Quindi fondò Socialismo Tricolore e a Frosinone si presentò (2000) in una lista con Bobo Craxi.

Troviamo poi il nome di Maurizio Neri, neofascista inquisito per la strage di Bologna, sostiene da un po’ di tempo di non essere più di destra e cura la rivista Comunitarismo e comunità. Il comunitarismo non è che un termine meno becero per definire il nazimaoismo.

A questa rivista collabora anche l’Antonella Ricciardi dell’elenco qui sopra, che peraltro vanta collaborazioni (nella sua pagina http://www.antonellaricciardi.it/) con una miriade di riviste che comprendono anche altre riviste storiche del nazional europeismo (la dottrina dell’ex SS belga Jean Thiriart), da Eurasia di Claudio Mutti, ad Italia sociale (fondata da Ugo Gaudenzi, altro giovane europeo fondatore anche di Lotta di Popolo e che ha visto tra i propri collaboratori anche Amos Spiazzi), ad Orion, fondata dal fascista Maurizio Murelli (condannato per la morte dell’agente Antonio Marino nel giovedì nero di Milano del 1973) che oggi si vanta di avere rifondato il centro studi Ordine nuovo ed è uno degli organizzatori dei tour di Alexander Dugin in Italia (anche la conferenza di due anni fa a Udine), e poi ancora alla rivista della società Thule (nazisti puri), al blog di Beppe Grillo e via dicendo.

Che Sollecchia abbia risposto a questa mia obiezione dicendo prima che sono “fuori strada”, poi, a fronte dell’elenco dei nom, dire che non ci sono fascisti ma solo “gente per bene” e che comunque l’elenco è di sei anni fa (ma un anno fa era ancora reperibile in rete, oggi pare essere stato cancellato e non è dato sapere chi si occupi della redazione della rivista) mi pare quantomeno “superficiale”, per non dire di peggio.

dal sito di Risorgimento socialista – 2 agosto 2022

“Il Risorgimento Socialista ha scelto di aderire ad Unione Popolare, dopo aver verificato la impossibilità di costruire un accordo più ampio tra tutte le forze della sinistra di opposizione, valutando come in ogni caso Unione Popolare rappresenti nello scontro elettorale e politico che si va aprendo il tentativo politico più convincente per tentare di costruire una iniziativa politica forte della sinistra alternativa, sulla base di un diretto riferimento alla esperienza francese de La France insoumise , che per noi costituisce un modello di riferimento centrale…”

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